Controverso il "bilancio democratico": secondo molti l'Assemblea a lungo ha rappresentato solo i protestanti unionisti legati a Londra
Compie cento anni il parlamento dell'Irlanda del Nord, riunitosi per la prima volta dopo la divisione dell'isola in due parti decisa dal governo britannico. Un esercizio di democrazia, ma non solo, date le pesanti critiche dei cattolici che accusavano l'organismo di occuparsi solo degli irladesi protestanti.
Una vicenda che dovrebbe interessare gli storici, ma che è ancora oggi carica di conseguenze politiche.
Noel Doran, Editore, The Irish News: "Gli storici dovrebbero guardare indietro e arrivare alla conclusione che la questione è stata gestita male. È mancato uno sforzo per l'integrazione, per difendere i diritti e il rispetto reciproco. Qualcosa che invece non è accaduto. Il palamento di Stormont per più di 50 anni ha rappresentato solo la componente unionista".
Dal 1932 l'Assemblea si è trasferita nella tenuta di Stormont, alle porte di Belfast, senza tuttavia mutare niente della sua identità sostanzialmente fedele a Londra. Le decisioni uscite da qui, hanno finito per acuire le tensioni tra cattolici indipendentisti e protestanti union isti, culminate alla fine degli ani Sessanta in veri e propri scontri fisici con l'esercito britannico.
In questo clima, nel corso degli anni, si è vissuta una vera e propria guerra civile, durata più di 25 anni costata la vita, secondo alcune stime, ad almeno 3500 persone. Nonostate ciò lo storico Paul Bew non teme che il parlamento di Stormont possa subire un tracollo a causa di un suo difetto di rappresentanza.
"Almeno per qualche anno non sono previste crisi all'orizzonte, anche se non sappiamo cosa accadrà con la Scozia. Soprattutto non c'è un governo irlandese che abbia la ferma intenzione di accogliere i nordirlandesi e tutti i problemi che porterebbero", dice lo storico Paul Bew.
Dal 1921 il parlamento dell'Irlanda del Nord ha registrato diversi stop and go, e olti si chiedono se abbia o no servito bene i cittadini del posto. Tuttavia, col numero di cattolici irlandesi destinato a superare il numero dei protestanti britannici entro qualche anno, e con la spinta che ci si attende dal progetto di referendum sull'unificazione, non è detto che questo parlamento possa tra un secolo festeggiare i suoi 200 anni.