All'orizzonte il voto di sfiducia del Parlamento svedese nei confronti del governo. La crisi è legata alla riforma dei canoni d'affitto e alle politiche abitative della coalizione che regge l'esecutivo
In Svezia tutto ruota attorno alla controversa riforma dei canoni d'affitto delle abitazioni private.
Su questo, si gioca le probabilità - scarse - di restare in carica il primo ministro svedese Stefan Löfven. L'annuncio di una possibile liberalizzazione del meccanismo da parte del premier ha innescato l'effetto domino: il partito della sinistra, che aveva sottoscritto l'accordo durante l'impasse post elettorale, ritira la collaborazione esterna al governo (che riunisce sotto lo stesso gonfalone socialdemocratici, verdi, centristi e liberali), e i Democratici di destra presentano la mozione di sfiducia, che sarà discussa nelle prossime ore in Parlamento.
Il primo ministro svedese Löfven invita le forze politiche al senso di responsabilità: "I nostri quattro partiti hanno opinioni diverse sulla riforma abitativa - dice - Ma siamo d'accordo sul fatto che dobbiamo trovare soluzioni che facciano progredire la Svezia. Ci aspettiamo anche che gli altri partiti siano pronti ad assumersi le loro responsabilità per evitare che il Paese cada in una crisi politica".
Il sistema attuale prevede che la definizione dei canoni di affitto avvenga attraverso la contrattazione tra i proprietari , soprattutto società immobiliari, e l’Unione degli Inquilini. I prezzi degli affitti vengono fissati secondo criteri predeterminati che riflettono gli standard e le caratteristiche degli alloggi, ma che prescindono dalla domanda di mercato.
Da sinistra viene opposto il gran rifiuto a riconsiderare la questione canoni d'affitto: un muro contro muro che porta dritto allo schianto della precaria coalizione rosso-verde.
Al di là del merito della riforma, la destra di matrice più liberale sembra dunque pronta ad approfittare della situazione per far cadere l'esecutivo. Così come i Democratici di destra che, seppure al polo opposto rispetto al partito della Sinistra, abbracciano sulla questione abitativa istanze similari.
Cresce il malumore anche tra gli alleati centristi del governo, che mal tollerano la svolta conservatrice dei liberali.