A Venezia protagonista il mahalla, quartiere urbano uzbeko

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Di Marta Brambilla
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Alla Biennale di Venezia prende il via la 17a edizione della mostra internazionale di architettura. L'Uzbekistan partecipa per la prima volta con un proprio padiglione.

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Nella splendida cornice della Biennale di Venezia prende il via la diciassettesima edizione della mostra internazionale di architettura. L'Uzbekistan partecipa per la prima volta con un proprio padiglione.

Il mahalla, un quartiere urbano e un modo di vivere

Il 20 maggio è stata inaugurata all'Arsenale la mostra Mahalla: Urban Rural Living. Alla celebrazione hanno preso parte le più importanti autorità culturali, con il taglio del nastro e una conferenza stampa. Il vice primo ministro e ministro del turismo e dello sport uzbeko ha dichiarato: "Oggi possiamo dire che stiamo riscoprendo l'Uzbekistan: rappresentiamo il nostro mahalla. È un fenomeno unico che è presente nella nostra gente, è un modo di vivere, un modo di comportarsi del popolo uzbeko. Il fenomeno mahalla può essere utile anche per l'Europa. È un esempio di come persone di diverse religioni, diverse lingue, diverse culture, diverse nazionalità possono vivere in pace e tranquillità, aiutandosi a vicenda. In generale, speriamo che il mahalla diventi un nuovo marchio culturale dell'Uzbekistan in tutto il mondo".

Un progetto multidisciplinare che porta a Venezia il modello del tipico quartiere urbano uzbeko, il mahalla. Non solo una struttura abitativa, ma un vero e proprio sistema: una forma di vita comunitaria, strutturata attraverso riti e tradizioni.

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La mostra "Mahalla: Urban Rural Living"euronews

I visitatori si troveranno immersi in una tipica casa di corte uzbeka, qui rappresentata come un'astrazione a grandezza naturale in tubolare d'acciaio giallo, e che prende vita in 3D nelle immagini dell'app creata per portarli in un viaggio virtuale all'interno delle case (per Apple; per Android).

Il curatore della mostra Christoph Gantenbein precisa: “Nel mahalla abbiamo imparato che la vita e l'architettura funzionano solo insieme. L'architettura in sé non è niente e la vita ha bisogno di essere costruita intorno, ha bisogno di un riparo, ha bisogno di una struttura e queste case a corte ne sono un bellissimo esempio. Questa bellissima architettura è molto legata a una forma di vita tradizionale ”.

Questa riduzione a una struttura metallica è completata da dodici fotografie di Bas Princen. Il suono di sottofondo è stato creato da Carlos Casas per portare a Venezia l'atmosfera sonora della vita quotidiana dei Mahalla. La mostra è la risposta uzbeka alla domanda di questa edizione della Biennale: "How will we live together?"

Un progetto dallo scopo educativo e accademico

Il progetto si basa su uno scopo educativo e accademico molto forte, come racconta Gayane Umerova, commissaria del progetto della mostra, che durante la sua ricerca sul campo e il suo lavoro con due curatori stranieri, Christ e Gantenbeim, e il loro team, ha scoperto alcuni studenti di grande talento, pronti a lavorare per il futuro: "Fondamentalmente, era molto importante per noi aprire le menti dei nostri studenti, farli ragionare fuori dagli schemi. È stata come una collaborazione, come una sorta di scambio di energie e probabilmente in futuro potranno creare dei progetti insieme, potranno davvero imparare gli uni dagli altri".

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La mostra "Mahalla: Urban Rural Living"euronews

Documentare la società uzbeka prima della scomparsa

Molti mahalla scompariranno inevitabilmente in futuro a causa delle forti pressioni economiche, del cambiamento delle abitudini delle persone e della mancanza di infrastrutture necessarie. Lo scopo di questo progetto è anche quello di documentare queste testimonianze della società uzbeka prima che scompaiano. Un progetto perfettamente in sintonia con la Biennale di Venezia, dice il presidente Roberto Cicutto: "Credo sia una forte indicazione di metodo: imparare dal passato per costruire presente e futuro. Il progetto è bellissimo: questo tipo di architettura è una un'architettura umana che racconta veramente il vivere insieme sia dal punto di vista abitativo che dal punto di vista delle comunità. Quindi mi sembra un progetto che si sta sposando pienamente con i tempi in cui viviamo e con le intenzioni della Biennale".

Questa edizione della Biennale, curata dall'architetto Hashim Sarkis, ospita 46 paesi e durerà fino al 21 novembre 2021

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