USA, contromisura di Biden al cyber attacco contro il super oleodotto

USA, contromisura di Biden al cyber attacco contro il super oleodotto
Diritti d'autore Mark Lennihan/AP2008
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Di redazione italiana
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Il presidente americano proclama lo stato d'urgenza per consentire il trasporto stradale di carburante e derivati, per scongiurare che la East Coast si fermi

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Di fronte al nuovo cyber attacco che ha colpito questa volta la rete di oleodotti americana della Colonial Pipeline, la più grande degli Stati Uniti,  il presidente americano Joe Biden ha dichiarato lo stato di emergenza, per attivare alcune misure come il trasporto stradale del carburante e l'estensione agli autotrasportatori americani del tempo di lavoro al giorno, per consentire una consegna più veloce delle riforniture.

Il cyber attacco ha colpito la rete di oleodotti di Colonial Pipeline nel corso del fine settimana e la società è stata costretta a interrompere il trasporto di carburante dal Golfo del Messico all'area metropolitana di New York, e a "mettere offline alcuni sistemi, al fine di contenere la minaccia".

Sono stati interrotti circa 8850 chilometri di oleodotti. Per il momento non si registrano carenze nelle forniture. Per ora l'attacco non ha avuto un impatto significativo né sulla disponibilità della materia prima, né sui prezzi. Tuttavia l’incidente potrebbe trasformarsi in una crisi molto grave, se lo stop delle forniture dovesse continuare per altri giorni.

I futures sul petrolio sono in rialzo, con il contratto WTI che sale dello 0,46% a $65,20 al barile e il Brent che avanza dello 0,51% a $68,63 al barile.

La Colonial Pipeline fornisce circa il 45% del carburante e derivati consumati sulla Est Coast, al termine di un lungo percorso che inizia nelle raffinerie di Houston, in Texas, attraversa tutto il Sud degli Stati Uniti, passando per l’Alabama e la Georgia, sfiorando la capitale, Washington, fino a Linden, nel New Jersey.  La società fa capo a cinque dei principali gruppi oil presenti nel Paese, tra i quali Shell e Koch Industries.

Le indagini sono state affidate a una società specializzata, la FireEye, ma sono scesi in campo anche Fbi e diversi altri organismi governativi.

Gli indizi al momento porterebbero a una cyber gang conosciuta con il nome di 'Darkside'.

Resta, comunque, il sospetto che gli hacker possano avere qualche legame con i servizi di sicurezza russi, come si è visto in molti altri episodi registrati nell’ultimo anno, episodi che hanno visto colpiti ospedali, centri di ricerca medica, enti statali e locali, scuole. In media il riscatto richiesto si aggira sui 300 mila dollari. 

L’Amministrazione Biden sta mettendo a punto un piano per rinforzare le difese digitali dei gestori di elettricità, acqua, telecomunicazioni. Il caso della Colonial Pipeline dimostra quanto sia acuta la vulnerabilità delle grandi reti del Paese.

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