A Porto un'Europa in salsa indiana che sui vaccini non si allinea con Biden

La due giorni di lavori europei a Porto è stata dedicata alle questioni sociali e alla pandemia ma non ha raccolto la proposta del presidente Biden sulla liberalizzazione delle licenze sui vaccini. Un limite che potrebbe appannare il complessivo slancio sociale dell'insieme della politica europea. Proprio non si poteva raccogliere con determinazione la proposta del presidente statunitense per una temporanea sospensione dei brevetti su una cosa tanto vitale come i vaccini? Del resto si sta già pensando alla terza dose sia in Gran Bretagna che negli USA e quindi la fabbrica del vaccino ha davanti a se "meravigliose sorti e progressive" per diversi anni.
Verso un'estate in libertà vigilata
La presidente della commissione Ursula von der Leyen si dichiara comunque lieta dei lavori in corso sulla definizione del certificato di viaggio dell'UE, il certificato di vaccinazione che da giugno dovrebbe essere operativo e normalizzare (almeno in parte) i viaggi dei cittadini nel loro continente e aprire le porte anche ai ricchi turisti d'oltreoceano. La macchina del turismo insomma deve ripartire a tutti i costi pena ulteriori disastri sociali.
Aperture verso l'India
"Ue e India aprono un nuovo capitolo delle relazioni. Siamo le due più grandi democrazie del mondo, partner solidi che si fondano su valori condivisi e interessi combinati - Così il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al termine del vertice di Porto - Estenderemo il nostro partenariato strategico e lanceremo dei negoziati per accordi sul commercio, sulle indicazioni geografiche ed inoltre lanciamo una prima tappa sulla connettività. Dopo otto anni riprendiamo il dialogo sui diritti umani e questa è una bella notizia": ha aggiunto Michel.