(ANSA) - ROMA, 30 MAR - Il sequestro dell'imprenditore bresciano Alessandro Sandrini fu una truffa messa in atto con la complicità della vittima da una banda di tre persone finite in carcere oggi su richiesta della Procura di Roma. Secondo quanto accertato da Ros e Sco, i tre proposero all'italiano di simulare un sequestro di persona in cambio di denaro ma una volta giunto in Turchia, come richiesto dalla banda, fu "venduto" ad un gruppo vicino ad Al Qaeda e trasferito in Siria dove rimase dal 2016 al 2019 quando fu liberato. La banda è accusata di sequestro di persona per scopo di terrorismo mentre a Sandrini è contestata la simulazione di reato e truffa. "È una situazione imbarazzante. Non credo che mio figlio possa aver fatto una cosa del genere. Io comunque non ho preso un solo euro". Così Gianfranco Sandrini reagisce parlando con l'ANSA alla notizia dell'indagine della Procura di Roma a carico di suo figlio e all'arresto di tre persone accusate di aver organizzato finti sequestri all'estero. Tra cui quelli dei bresciani Alessandro Sandrini e Sergio Zanotti. (ANSA).
Siria: imprenditore simulò sequestro, tre arresti
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Di ANSA
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