Terapie intensive verso la saturazione, riconversione di altri reparti e rinvio di interventi già programmati a scapito della cura di altre patologie. L'effetto Covid sugli ospedali europei
Terapie intensive verso la saturazione, riconversione di altri reparti e rinvio di interventi già programmati a scapito della cura di altre patologie. La seconda ondata di Covid-19 si abbatte sugli ospedali europei, creando allarme e disagi come qui nella città belga di Namur.
"Dobbiamo fare una selezione tra i pazienti, che per le cure devono poi spesso attendere ore, se non giorni - dice il capo dello staff medico, Xavier Muschart -. Siamo costretti a fare i conti con una mancanza di risorse e di infermieri cronica. E tutto ciò a fronte di un sovraccarico di lavoro, come accade anche a livello internazionale, in queste situazioni d'emergenza".
"Ieri applaudito, oggi decurtato nello stipendio": è quanto denuncia il personale sanitario, che giovedì ha manifestato a Ginevra contro una legge locale, che prevede leggeri tagli alle loro retribuzioni. "Non ce la facciamo più - dice un'infermiera in piazza -. Siamo esausti, sotto-organico... Io lavoro in una terapia intensiva pediatrica. Continuano a chiederci di rinunciare alle ferie. E adesso veniamo a sapere che perderemo anche una percentuale del nostro stipendio... E' inammissibile".
Ospedali in affanno, poi, in diverse regioni italiane. Con i ricoveri che venerdì toccavano quota 16.000, ad aumentare è non solo il numero dei malati in terapie intensive ormai verso la saturazione, ma anche quello nei reparti Covid. A pagare gli altri servizi, con un primo allarme lanciato dall'associazione cardiologi.
A prepararsi al peggio è intanto anche la Croazia, che all'aumentare dei numeri, replica allestando un ospedale da campo, all'interno dello Zagreb Arena. Fino a 1.000, secondo gli annunci delle autorità, i posti letto che potrà offrire già da questo weekend, per alleggerire la pressione sulle strutture ospedaliere della città.