Nella regione russa della Kamchatka, la situazione ambientale è sempre più drammatica, conferma Greenpeace. Lo spiaggiamento di centinaia di creature marine è dovuto, si sospetta, alla dispersione di idrocarburi per missili. L'allarme è stato lanciato in ritardo dalle autorità.
L'inquinamento marino sulle spiagge della penisola russa della Kamchatka sarebbe all'origine della morte e spiaggiamento di centinaia di creature marine.
Si teme dipenda dalla dispersione di carburante per missili immagazzinato nei campi di prova militari della regione.
Il mare di Bering e il mare di Ochotsk bagnano rispettivamente il litorale orientale e occidentale della penisola della Kamchatka.
Occhi che bruciano, acqua che cambia colore
L'inquinamento è venuto alla luce a fine settembre, dopo che un gruppo di surfisti hanno riferito di sentirsi bruciare gli occhi, facendo notare che l'acqua aveva cambiato colore e sviluppato un odore strano.
"Fuoriuscita di sostanze tossiche"
I funzionari regionali, in seguito, hanno confermato che i surfisti avevano subito addirittura lievi ustioni alle cornee.
Vladimir Solodov, Governatore della regione della Kamchatka:
"Una contaminazione chimica è tra le ipotesi principali dell'inquinamento e sarebbe legata ad un'attività umana, ad una fuoriuscita di alcune sostanze tossiche. Dobbiamo scoprire bene quali".
"Ritardi nella reazione del governo russo"
I funzionari della regione hanno dichiarato che i test effettuati hanno mostrato livelli di fenolo e prodotti petroliferi superiori ai limiti consentiti.
Yelena Sakirko, capo del dipartimento dell'energia di Greenpeace Russia:
"Potrebbe esserci stato un certo ritardo nella reazione del governo russo, visto che alcune foto scattate a fine settembre indicherebbero dispersioni avvenute già all'inizio del mese".
Le specie marine colpite sono foche, polipi e ricci di mare, che sono stati trovati sulle coste, spiaggiati e senza vita.
Greenpeace parla ormai chiaramente di "disastro ecologico".