Cinema in crisi per il Covid-19. Incassi e fatturati in calo: la decisione di Cineworld per la chiusura temporanea delle sale
Mancano i kolossal che sbancano il botteghino e assicurano gli incassi più cospicui e, in tempi di coronavirus, l'effetto domino al cinema è devastante: dopo il rinvio dell'uscita dell'ultimo James Bond, originariamente prevista per novembre, il gruppo Cineworld - numero 2 al mondo del settore - ha annunciato la chiusura temporanea delle sale cinematografiche negli Stati Uniti e nel Regno Unito, che rappresentano circa il 90% del suo fatturato. Una decisione che, seppure legata alla congiuntura e non definitiva, riguarda quasi 800 cinema e 45mila dipendenti.
È stato il rinvio di 'No Time to die' in aprile a far precipitare la situazione, con l'assenza di blockbuster entro l'anno e i grandi studios che preferiscono rimandare le uscite al 2021. Alcuni non hanno esitato a trasferire le novità sulle piattaforme di video on demand, come ha fatto la Disney per 'Mulan' a settembre.
Anche il seguito di 'Borat' uscirà direttamente su VOD, in considerazione del fatto che Amazon Prime Videos ha recentemente acquistato i diritti di trasmissione.
Nel primo semestre 2020 Cineworld ha accusato una perdita di 1 miliardo e 580 milioni di dollari, per un crollo del fatturato pari al 67%: una crisi che ha convinto il gruppo alla chiusura temporanea delle sale e inaugurato una nuova stagione di incertezze per il mondo del cinema.