Ue-Regno Unito, ancora braccio di ferro sui negoziati Brexit. Il capo negoziatore Ue: "Invece che andare avanti, torniamo indietro"
Il negoziato sulla Brexit, come il treno dei desideri, all'incontrario va. Torna proprio indietro, dice il capo negoziatore dell'Unione europea, Michel Barnier, perché la scadenza del 31 dicembre è vicina e la discussione con il Regno Unito è ferma alle premesse. E neppure su quelle si trova un'intesa.
"Troppo spesso, questa settimana, mi è sembrato di andare più indietro che avanti - rimarca Barnier - dato il poco tempo rimasto, quello che ho detto a Londra a luglio rimane vero: oggi, in questa fase, un accordo tra Regno Unito e Unione europea sembra improbabile. Semplicemente non capisco perché stiamo sprecando tempo prezioso".
David Frost, capo della delegazione del Regno Unito, risponde che l’intesa è ancora possibile, seppure ferma nelle paludi di un veto incrociato: l'Unione europea chiede continuità sulla politica degli aiuti di Stato e sulla regolamentazione della pesca; il Regno Unito mette in discussione la cornice delle regole comuni e spinge per un patto di libero scambio simile a quello che l'Unione europea ha negoziato con il Canada.
L'obiettivo dichiarato e sinora disatteso è quello di scongiurare il "no deal" che vedrebbe l'imposizione di tariffe e altre restrizioni al commercio.
La Brexit è stata sancita dal referendum del giugno 2016 ed è diventata realtà il 31 gennaio scorso. La scadenza di fine anno, entro la quale bisogna trovare un'intesa post transizione, non è più prorogabile. Se il negoziato non andasse in porto, dal 1 gennaio 2021 l’uscita del Regno Unito dalla Ue avverrebbe senza accordi. L'ipotesi non piace a nessuno, anche alla luce della grave crisi economica innescata dalla pandemia, ma le divergenze sono ancora troppe.