Sono notti insonni e di protesta in alcuni paesi dei Balcani: la Serbia e la Bulgaria. Continuano le manifestazioni contro i primi ministri Vučić e Borissov. A Belgrado la situazione sembra essersi calmata, mentre a Sofia le proteste crescono.
Dopo la cancellazione del coprifuoco, inizialmente previsto proprio per questo fine settimana e dopo gli scontri di venerdi, cala d'intensità la protesta popolare a Belgrado e in altre città della Serbia, Novi Sad e Niš.
Per la quinta notte consecutiva ci sono state manifestazioni anti-governative che, stavolta, si sono svolte pacificamente e senza gli incidenti dei giorni scorsi.
Serbia: ancora tutti contro Vučić
Nella capitale, il numero dei dimostranti davanti al Parlamento (poco oltre un migliaio) era decisamente inferiore rispetto ai raduni precedenti. Non si sono visti nemmeno i gruppi di estremisti violenti che durante la settimana scorsa hanno tentato a più riprese di fare irruzione nella sede dell'Assemblea ingaggiando duri scontri con le forze di polizia.
Le proteste di piazza sono cominciate martedì scorso per contestare al presidente Aleksandar Vučić la gestione di "finta normalità" dell'emergenza sanitaria, la politica autoritaria del governo e il suo stretto controllo sui media.
Il ministro dell'Interno serbo: "Un comportamento irresponsabile"
La polizia era presente davanti al Parlamento, ma non ha in alcun modo interferito nella dimostrazione.
Secondo il ministro dell'Interno Nebojša Stefanović a Belgrado i manifestanti erano circa 1.100, 380 a Novi Sad, 200 a Niš.
Se da un lato ha espresso soddisfazione per l'assenza di scontri e violenze, il ministro ha tuttavia criticato i manifestanti per essersi riuniti nonostante le nuove misure anti-Covid che vietano i raduni con oltre dieci persone al chiuso e all'aperto.
Secondo i dati aggiornati, in Serbia ci sono stati finora poco più di 18.000 contagi e 382 vittime.
Bulgaria: i cittadini con il presidente Radev contro il premio Borissov
Protesta oceanica a Sofia, la capitale della Bulgaria.
Migliaia di cittadini bulgari, per la terza notte di fila, hanno manifestato a sostegno del presidente Rumen Radev, attualmente in forte contrasto politico con il premier Boyko Borissov, il vero uomo forte della Bulgaria.
Secondo Radev, il governo deve dare una risposta all'intero popolo per la dilagante corruzione nella gestione del paese".
Per il presidente bulgaro è giunta l'ora di "ripulire il potere conquistato dalla mafia".
Un movimento trasversale di protesta
Le proteste sono organizzate da un'iniziativa civica per le riforme giudiziarie, chiamata "Giustizia per tutti".
Ma le folle che vi partecipano sono le più diverse: persone di orientamento liberale insieme ai rappresentanti del Partito Socialista di opposizione, che tradizionalmente adottano una linea conservatrice e scettica nei confronti dell'UE e sostengono il presidente Radev.
Il capo di stato bulgaro è in conflitto politico con Borissov e con il procuratore generale Ivan Geshev, considerato come "il braccio violento della legge" di Borissov.
Dopo le proteste di venerdi anche a Plovdid, la seconda città del paese, si è svolta sabato anche una contro-manifestazione organizzata dal partito di centrodestra al potere, GERB, che ha radunato, con l'uso di numerosi autobus, simpatizzanti provenienti dall'intera Bulgaria per esprimere sostegno al governo e al premier Borissov.