Francia: rimpasto d'estate ma Macron e Philippe si lasciano bene

Emmanuel Macron e Edouard Philippe
Emmanuel Macron e Edouard Philippe Diritti d'autore Christophe Ena/Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved
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Di Gioia Salvatorieuronews e AFP
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Ex collaboratore di Sarkozy, prende il posto di Edouard Philippe, dimissionario da qualche giorno

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Il presidente francese Emmanuel Macron ha affidato a Jean Castex l'incarico di formare il nuovo governo, dopo le dimissioni del primo ministro Edouard Philippe. Castex, da aprile scorso responsabile del coordinamento interministeriale per l'uscita dalla pandemia, ha 55 anni ed in passato è stato collaboratore del presidente Sarkozy.

La svolta, per gli esponenti del movimento del presidente Macron, non sarebbe dovuta al fiasco alle recenti elezioni amministrative. "Da due anni si parla di dover girare pagina e aprire un nuovo periodo di riforme", dice Natalia Pouzyreff, deputata di La Republique en Marche. "Ci sono cose su cui concentrarci, come la protezione sociale, la riforma del sistema sanitario, le politiche per gli anziani e per l'ambiente. Dunque è normale che ciò possa accadere nel corso di un quinquennio".

L'uscita di scena di Edouard Philippe, la figura che più di altre ha accumulato consensi durante la pandemia, potrebbe rivelarsi dannosa per Macron.

La popolarità del primo ministro uscente, il solo a vincere alle amministrative facendosi rieleggere sindaco di Le Havre, secondo molti osservatori, potrebbe convincerlo a correre in prima persona alle presidenziali del 2022 o del 2027

Philippe e le frizioni con Macron...

Divorzio consensuale? Divorzio con accordo in vista delle prossime presidenziali? Come si sono lasciati Philippe e Macron? Diversi i rumors e le ipotesi. Per alcuni commentatori l'ex primo ministro era diventata una figura troppo ingombrante, un possibile competitor del presidente che raccoglieva intorno a sé sempre più consenso. Troppo. C'è chi sostiene, poi, che il suo passato in Areva dal 2007 al 2010 come dirigente fosse incompatibile con la svolta verde, un facile pretesto per criticare l'Eliseo intenzionato a portare avanti la svolta ecologica. 

Fedele all'Eliseo per spirito di servizio Philippe ha sempre mantenuto la sua autonomia: non aveva mai accettato di avere come capo di gabinetto Nicolas Revel, che diventerà quello del suo successore, Jean Castex, e l'ex primo ministro e il presidente si sono trovati lontano anche quando è stato il momento di nominare il successore di Gerard Collomb al ministero dell'interno (dopo il caso Benalla); secondo AFP Macron rifiutò un tandem composto dall'ex LR Gérald Darmanin e dall'LR Frédéric Péchenard e scelse uno dei suoi fedeli, Christophe Castaner.

Vicino ad En Marche, che lo ha sostenuto alle elezioni municipali a Le Havre, Philippe ha comunque sempre rifiutato di iscriversi al partito. "Sono un uomo di destra, e allora?", ripeteva il futuro sindaco di Le Havre mentre veniva accusato di tirare a destra il quinquennato e di scatenare le iree dei francesi con le sue proposte, prima fra tutte l'abbassamento del limite di velocità sulle provinciali a 80 Km/h, idea infelice, poi ritirata, scintilla finale della rivolta dei gilet gialli. 

Crisi del Covid, Philippe il prudente cresce nei sondaggi

Mentre il Paese è messo sottosopra dalla riforma delle pensioni su cui Philippe sarebbe stato irremovibile, gli attriti tra i due crescono ma poi arriva la crisi del Covid-19 e bisogna fare di necessità virtù. Nei discorsi pubblici Macron vola alto e dà l'indirizzo, a Philippe lascia la comunicazione dei dettagli, delle misure che concretamente hanno cambiato la vita dei francesi. Francesi che, stando ai sondaggi, hanno apprezzato la chiarezza e la fermezza del primo ministro considerato più prudente di Macron. Si sa, infatti, che avrebbe voluto una data più tardiva per il deconfinamento (che ha avuto luogo l'11 maggio).  

La sorte di Philippe sembra segnata quando ad aprile Macron annuncia di voler rivedere la riforma delle pensioni, di volersi "reiventare". Tuttavia sembrerebbe che i due si siano lasciati in buoni rapporti. Se i due siano già legati da un patto per le presidenziali si scoprirà il prossimo anno quando si profileranno le candidature.

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