Muro contro muro con il premier che si gioca il tutto per tutto con Bruxelles e con il suo elettorato
Boris Johnson non chiederà un'estensione del periodo di transizione per la Brexi.
Il premier ostenta sicurezza, ma la trattativa è in stallo per un muro contro muro con Bruxelles. Il Regno unito, già piegato come molti paesi per il coronavirus, deve gestire anche questo problema
Michael Gove, ministro britannico incaricato dei preparativi per la Brexit: "Non crediamo che l'estensione del periodo di transizione sia la cosa giusta da fare. (...) Questo periodo terminerà il 31 dicembre. Ciò fornisce chiarezza e certezza alle imprese. Il nostro annuncio consente alle aziende di pianificare un modo appropriato e flessibile per la nostra partenza dall'Unione europea mentre riprendiamo il controllo ".
A Bruxelles pero', la pensano diversamente come spiega l'eurodeputata Kati Piri (S&D, NL): "Vogliono sfruttare tutti i vantaggi, anche se non sono più membri dell'Unione Europea e non hanno alcun dirito in tal senso. Siamo già a metà del periodo di transizione e, sfortunatamente, noi abbiamo già avuto quattro round di trattative e in realtà siamo completamente in stallo". Venerdì il governo britannico ha dichiarato che ritarderà l'introduzione di controlli alle frontiere sulle merci provenienti dall'Unione europea per alleviare la pressione sulle imprese martellate dalla pandemia di coronavirus. Ma il Regno Unito ha nuovamente escluso di ritardare la sua piena rottura economica con il blocco oltre la fine di quest'anno.