Nuove ondate di proteste contro la Cina dilagano nel territprio semi autonomo. Da Bruxelles gli eurodeputati chiedono una posizione più chiara dell'UE nei confronti di Pechino
I politici a favore della democrazia a Hong Kong affrontano la repressione del Consiglio legislativo.
La mossa della Cina di introdurre una legislazione di sicurezza nazionale nel territorio semi-autonomo ha generato nuove ondate di proteste dentro e fuori i palazzi istitutzionali.
L'opposizione afferma che ciò va contro il tradizionale rapporto che vede Hong Kong legata a Pechino da una relazione speciale: la cosidetta politica "un paese, due sistemi"
La questione desta preoccupazione in Europa.
Il portavoce europeo per gli affari esteri ha affermato che i 27 stanno "seguendo da vicino gli sviluppi relativi a Hong Kong. Attribuiamo grande importanza al principio" Un paese due sistemi”.
I deputati europei sono andati oltre nella loro condanna contro Pechino.
Il tedesco dei verdi Reinhard Butikofer giudica timida la dichiarazione del portavoce europeo e afferma che se Pechino ignorerà l’autonomia di Hong Kong, difficilmente questa rimarrà un importante centro finanziario.
Il liberale belga Guy Verhofstadt ha twittato che "la Cina è destinata a uccidere ciò che resta della democrazia a Hong Kong, sarà la fine della politica “un paese, due sistemi”.
Mentre la retorica di Bruxelles è chiara, ciò che è meno chiaro è fino a che punto l'UE è disposta a sostenere Hong Kong.