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Giallo a Praga: sindaco sotto scorta teme di essere eliminato da Mosca

Giallo a Praga: sindaco sotto scorta teme di essere eliminato da Mosca
Diritti d'autore  AFP
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Di euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il sindaco di Praga conferma di essere sotto scorta di polizia. Il giornale ceco Respekt indicava l'arrivo più di 20 giorni fa in città di un russo con passaporto diplomatico che avrebbe avuto con se veleni letali

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Il sindaco di Praga conferma di essere sotto scorta di polizia. Il giornale ceco Respekt indicava l'arrivo più di 20 giorni fa in città di un russo con passaporto diplomatico che avrebbe avuto con se dosi di ricina, sostanza letale. Il sindaco Zdenek Hrib ha rifiutato di chiarire le ragioni di questa misura di protezione che risalirebbe a prima di pasqua. Ma ha candidamente ammesso di non sapere "se l'intelligence russa stia cercando di uccidermi con ricina, polonio o Novichok, semplicemente non è possibile fornire queste informazioni adesso".

Sdegno a Mosca per l'accusa infondata

La missione, seccamente smentita dal Cremlino, avrebbe avuto come obiettivo il sindaco ma anche un altro politico ceco, Ondrej Kolar come riportato sempre dalla testata  "Respekt". "Respekt" cita fonti interne all'intelligence ceca, per le quali l'uomo avrebbe portato con sé dosi di ricina per mettere in atto un progetto di avvelenamento. Hrib e Kolar avevano attrato le ire del Cremlino per ragioni "diplomatiche": Hrib ha fatto rinominare la piazza antistante all'ambasciata russa a Praga in onore di Boris Nemtsov, oppositore politico russo assassinato nel 2015. Kolar è invece il dirigente  del sesto municipio di Praga dove recentemente è stata rimossa una statua dedicata al maresciallo sovietico Ivan Konev. Si tratta di un monumeto relativamente recente in onore all'ufficiale che guidò le truppe sovietiche che liberarono Praga nella Seconda guerra mondiale. Lo stesso Konev condusse anche la soppressione dell'insurrezione ungherese del 1956. La rimozione della statua ha causato le rimostranze russe. Secondo Mosca sarebbe stato violato un trattato sottoscritto dalle due nazioni negli anni Novanta, in cui si disponeva che entrambe le parti avrebbero avuto cura dei memoriali di guerra.

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