Coronavirus, voci dal carcere in Belgio. Niente sapone e docce comuni

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Di Ana LAZARO
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Due detenuti parlano sotto anonimato dalle loro celle a euronews: "Da un mese manca il sapone e ci fanno fare le docce tutti assieme." Restano sospese le visite dei familiari

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Si sentono i dimenticati di questa pandemia, anche in Belgio, i detenuti denunciano le condizioni di affollamento e mancanza di igiene. E si sentono i più esposti al coronavirus che potrebbe far scoppiare una crisi sanitaria di dimensioni incontenibili. Due carcerati hanno deciso di parlare sotto anonimato ad euronews. Entrambi confermano: impossibile lavarsi le mani come raccomandato dai medici perché non c'è sapone.

"Da settimane ormai mi lavo solo con l'acqua.- dice un giovane dalla sua cella- Quando sono arrivato nella mia stanza assegnata ho dovuto pulire la sporcizia di chi mi ha preceduto. La situazione qui è davvero molto angosciante."

Impossibile poi rispettare anche la cosiddetta distanza di sicurezza nelle carceri sovraffollate.

"Ci fanno condividere gli spazi esterni allo stesso tempo e anche le docce. Tutti insieme. Poi però non ci permettono di fare attività o vedere i parenti. Ma che senso ha? " .

In Belgio, al momento, ci sono solo 15 casi confermati di coronavirus tra i prigionieri. Ma secondo il sindacato del personale penitenziario i numeri reali potrebbero essere diversi. 

"Molti detenuti hanno paura di dire che sono malati per timore di essere messi isolamento o spostati di edificio" dichiara Ggregory Wallez del sindacato CGSP.

La sospensione delle visite dei parenti e delle attività lavorative all'interno dei carceri ha portato a delle piccole rivolte che il governo è stato in grado di dominare 

concedendo la liberazione di un migliaio di detenuti non pericolsi per la società. 

Ma molti politici belgi propongono da tempo di trovare delle soluzioni strutturali al sovraffollamento.

"Ci è voluta una pandemia per liberare delle persone private della libertà 24 ore su 24- tuona Gilles Vanden Burre, deputato belga del partito Ecolo - Noi chiediamo soluzioni da tempo, perché, ricordiamolo, ci sono le pene alternative e la prigione deve essere davvero l'ultima opzione per chi ha compiuto gravi crimini."

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