UE, il braccio di ferro tra debito comune e prestito solitario

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Di Susan Dabbous
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L'UE e le infinite liti su debiti e prestiti: euronews ha messo un tedesco, un'italiana e uno spagnolo a confronto, in vista del consiglio europeo.

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Mentre l'emergenza sanitaria in Europa diminuisce, i problemi su come uscire dalla recessione, invece, aumentano. I Paesi del Nord e del Sud Europa sono divisi non solo sui cosiddetti eurobond, che servirebbero a mutualizzare il debito, ma anche sulle garanzie per i prestiti ai paesi già pesantemente indebitati, il famigerato MES.

Darren McCaffrey di Euronews ha messo tre eurodeputati (un tedesco, un'italiana e uno spagnolo) a confronto.

"L'urgenza ora è aiutare le persone bisognose - afferma Andreas Schwab, eurodeputato tedesco della CDU. - Ciò che non possiamo fare in maniera rapida è cambiare il trattato costitutivo dell'Unione europea per fare gli eurobond. Questa è in sostanza la posizione di Angela Merkel che sostiene invece un forte aumento del bilancio pluriannuale e il MES per aiutare gli Stati membri a superare insieme la crisi. "

"Non credo che sia corretto collegare la vita o la morte dell'Unione europea agli eurobond - ribatte Elisabetta Gualmini, eurodeputata del Partito democratico - perché esistono già degli strumenti che si possono utilizzare per attivarli."

"Il punto è che alla fine di questa prima fase della crisi, il debito degli Stati più colpiti sarà talmente alto che si potrebbero avere problemi per continuare a finanziarlo - preannuncia l'eurodeputato spagnolo Jonás Fernández, nel gruppo dei Socialisti -. Per questo gli aiuti che servono devono essere mirati."

"Quindi L'Europa deve trovare una soluzione per non far aumentare ancor di più il debito di Spagna e Italia?" incalza DarrenMcCaffrey.

"Questo è un punto assolutamente condiviso - afferma Andreas Schwab - ed infatti, per dimostrare capacità di risposta immediata, la Commissione europea ha proposto il programma SURE per combattere la disoccupazione. Le polemiche che vediamo in questi giorni sono puramente nazionali e non fanno bene alla causa europea."

“Alla fine di questa crisi - ricorda Jonás Fernández - ci saranno paesi con meno debito pubblico in una condizione di vantaggio, con maggiori capacità di migliorare la propria economia, e paesi che non riusciranno a sostenere la propria economia: questo è il nodo da risolvere. Perché se vogliamo mantenere il mercato unico, se vogliamo preservare il futuro dell'Unione europea, abbiamo bisogno di una risposta comune."

Giovedì 23 aprile, i 27 capi di Stato e di Governo si riuniscono per prendere delle decisioni sulla scia di quanto già deciso dall'Eurogruppo. Quando un accordo condiviso si è trovato sul dare prestiti (attraverso il MES) a condizioni estremamente agevolate per i fondi che andranno a coprire le spese sanitare già affrontate.

Ma la speranza di ottenere di più non si è affatto affievolita.

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