In Italia la paura del coronavirus non ha cambiato le abitudini: baci e strette di mano per salutarsi
Ci sono baci teneri e privati e altri che hanno fatto la storia: il più iconico, ad esempio, nello scatto di Alfred Eisenstadt, il suggello tra il marinaio e l'infermiera a Times Square alla fine della guerra. Eguale enfasi storiografica per il viluppo di labbra tra l'allora Segretario dell'Unione Sovietica Brežnev e il presidente della DDR Honecker, raffigurato sul Muro di Berlino, a ricordo del crepuscolo della stagione socialista.
Meno epico, ma certo simbolicamente significativo il bacio sulla guancia, tra il presidente francese Emmanuel Macron e il premier italiano, Giuseppe Conte in occasione del bilaterale franco-italiano a Napoli. Si baciano in tempi di coronavirus, misure di prevenzione, quarantene e veti sanitari incrociati.
Se non si tratta di affinità elettive, certo è un ottimo messaggio di distensione. Anche se, in Italia, il virus non sembra aver cambiato le abitudini: tutto come prima, pare, tra baci e strette di mano, che non cadono in disuso.
Il virus per adesso non vince.