I malati sono 65mila. Da Berlino il ministro degli esteri cinese Wang Yi chiede unità: "Il virus non ha confini"
Mentre gli Stati Uniti accusano la Cina di rifiutare la cooperazione sul coronavirus, l'Europa serra i ranghi contro l'epidemia. Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ricevendo il suo omologo cinese Wang Yi ha espresso rispetto per gli sforzi di Pechino nella lotta all'epidemia. Wang Yi, dal canto suo, ha ricordato che il virus non ha confini e che quindi la risposta deve essere unitaria.
Dopo il picco di malati di ieri, dovuto a una revisione dei criteri per la diagnosi, la crescita dei casi è stata moderata: sono circa 65 mila; 200 fuori dai confini cinesi.
Oms, "non ci aspettiamo nuovi picchi nel contagio"
" I quindicimila malati che si sono aggiunti nelle ultime ore non sono nuovi casi - ha precisato Oliver Morgan, dell'Organizzazione mondiale della Sanità - ma il risultato di una riclassificazione di casi sospetti, sulla base di test clinici e non di laboratorio. Quindi non ci aspettiamo altre impennate nel numero di infezioni. Ci aspettiamo che d'ora in poi dalla provincia cinese dell'Hubei avremo casi sia con conferma clinica sia di laboratorio".
Evitata una nuova quarantena su una nave
In Cambogia, che ha registrato nelle ultime ore i suo primo caso, centinaia di passeggeri sono stati trattenuti su una nave. Il test effettuato su alcuni casi sospetti è risultato negativo e sono potuti sbarcare dopo alcune ore. Scongiurato un nuovo rischio di nave in quarantena, come quella nella baia di Yokohama.
Si moltiplicano i pazienti in isolamento a Wuhan, la metropoli cinese da cui è iniziata l'epidemia. Sono ricoverati in nove ospedali, tra cui i due costruiti a tempo di record in città. Qui vengono assistite 5600 persone con sintomi sospetti. Anche se la situazione è difficile il morale resta alto.
E potrà lasciare la Cina, con un volo speciale, il 17enne italiano la cui partenza è stata posticipata due volte per la febbre. L'arrivo è previsto per domani.