Con il "Green New Deal", l'Unione Europea diventa sempre più verde

In collaborazione con The European Commission
Con il "Green New Deal", l'Unione Europea diventa sempre più verde
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Di Efi Koutsokosta
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Un grande progetto dell'Unione Europea: non solo il raggiungimento di alcuni obiettivi, come le Emissioni Zero nel 2050, ma il "Green New Deal" richiede una sostanziale trasformazione dell'economia. Il primo buon esempio arriva dal Portogallo, all'avanguardia nelle energie rinnovabili.

Un vero "patto verde" per l'Europa

È in arrivo la più grande revisione della politica europea dai tempi della fondazione dell'Unione Europea: "The European Green Deal".

Quasi ogni aspetto importante dell'economia europea è destinato a essere rivisto alla luce dell'emergenza climatica ed ecologica.
Ad esempio, a partire dal 2021, almeno il 40% del budget della politica agricola comune sarà destinato alla lotta contro il cambiamento climatico.

In questa puntata di "Real Economy", condotta dalla giornalista di Euronews, Efi Koutsokosta, andremo in Portogallo per vedere come i venti del cambiamento stanno già modificando il suo settore energetico.

Quindi incontreremo a Berlino il Vice-Presidente della Commissione UE, Valdis Dombrovskis, per chiedergli chi pagherà il conto di questo "Green New Deal".

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Ma prima cerchiamo di capirne di più.

Cos'è il "Green New Deal"?

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"Il nuovo Accordo Verde".Grafica Euronews

Il "Green New Deal" definisce un grande piano europeo per affrontare i cambiamentI climatici.

Gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 sono una riduzione minima del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, almeno il 32% di quota di energie rinnovabili nel consumo finale di energia e almeno il 32,5% di risparmio energetico.

L'Europa dovrà indirizzare l'1-2% del PIL verso l'economia verde, comprese le nuove infrastrutture, gli appalti pubblici, Ricerca&Sviluppo, la trasformazione industriale e altre esigenze.

La Commissione Europea stima che gli investimenti aggiuntivi necessari per raggiungere l'obiettivo climatico dell'UE per il 2030 ammontano a 260 miliardi di euro all'anno e propone di dedicare 45 miliardi di euro all'anno dal 2021 al 2027.

Ma questo non basta. Le imprese e le famiglie saranno responsabili della maggior parte di questi investimenti, ma anche gli investimenti pubblici saranno necessari, effettuati soprattutto dai governi nazionali.

Alcuni Stati membri dell'UE stanno ottenendo buoni risultati soprattutto nel settore delle energie rinnovabili, come il Portogallo. L'anno scorso, da gennaio a novembre 2019, il 53% dell'energia del Portogallo è stata prodotta fonti rinnovabili.

Guillaume Desjardin ha visitato un parco eolico e ha cercato di scoprire come hanno raggiunto questo punto e cosa sta per succedere.

Portogallo: vento e sole = energie rinnovabili

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Oggi non si direbbe proprio, ma il Portogallo offre circa 300 giorni di sole all'anno. Il sole, e il forte vento dell'Atlantico, danno al paese un grande vantaggio in termini di energia rinnovabile.

Costruite nel 2019, grazie a un prestito della Banca Europea per gli Investimenti, queste turbine eoliche fanno parte della politica energetica verde del Portogallo.

Energia "made in Portugal"

Spiega Hugo Costa, Vice Country Manager di EDP Renováveis Portugal:
"Qui abbiamo 13 turbine, da 3,6 Megawatt ciascuna, per una capacità totale di 46,8 Megawatt. Abbiamo dovuto utilizzare produttori locali, parte di questi componenti sono stati prodotti ad Aveiro, e quindi, questi sono risultati molto interessanti in termini di produzione direttamente dal Portogallo".

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Il 53,3% dell'elettricità prodotta in Portogallo è di origine rinnovabile: il paese può cosi contribuire attivamente alle Emissioni Zero previste per il 2050 e ispirare alcuni programmi del futuro "Green New Deal".

Il Portogallo chiude le centrali di carbone

La sensibilità in materia di lotta all'inquinamento in Portogallo è rappresentata altresi dalla decisione - annunciata il 26 ottobre 2019 - del governo portoghese, guidato dal primo ministro Antonio Costa, di chiudere le sue due uniche centrali a carbone: quella di Sines e quella di Pego. Per la prima la chiusura è prevista nel 2023, per la seconda già nel 2021.

La quantità di emissioni proveniente da queste due piccole centrali portoghesi non è mai stata al livello delle enorme centrali di carbone ancora presenti, ad esempio, in Polonia, ma il valore della loro chiusura è altamente simbolico.

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Le statistiche della produzione di energia elettrica in Portogallo.Grafica Euronews

"Strategie di risposta alla domanda"

Nel marzo 2018, la produzione di energia rinnovabile portoghese ha effettivamente superato, per un momento, il consumo dell'intero paese, coprendo oltre il 103% del fabbisogno nazionale.

Questa super produzione potrebbe significare elevati ricavi di esportazione di energia elettrica per il Portogallo, se non ci fosse una "strozzatura" della rete elettrica europea nei Pirenei.
Francia e Spagna, infatti, non sembrano per ora cosi disponibili a realizzare una vera rete europea d'esportazione dell'energia elettrica rinnovabile.

Catarina Roseta Palma, economista ambientale e delle risorse di ISCTE cerca di spiegare:
"Dipenderà da come viene gestita la rete. Siamo già interconnessi con la Spagna e ci sono un paio di interconnessioni in corso di realizzazione. Ma non è tutto: c'è ancora l'altro lato del mercato, quello della domanda. È quello che noi chiamiamo 'strategie di risposta alla domanda': si pagano le aziende che spengono le loro apparecchiature quando c'è la necessità di un picco di consumo".

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"La Penisola Iberica può essere il nuovo Qatar"

Le energie rinnovabili possono essere recuperate in un contesto ambientale e sanitario, ma possono anche contribuire a migliorare l'economia, la finanza e il sociale.

Pedro Amaral Jorge, Presidente dell'Associazione portoghese delle Energie Rinnovabili (APREN) è molto ottimista.

"Penso che la Penisola Iberica, Spagna e Portogallo, possa essere il prossimo Qatar per le energie rinnovabili.
Con le giuste interconnessioni tra Penisola Iberica e Francia siamo stati in grado di fornire tonnellate di elettricità da fonti rinnovabili, provenienti sia dal sole che dal vento".
Pedro Amaral Jorge
Presidente Associazione portoghese Energie Rinnovabili
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Chi pagherà il conto?

D'altra parte tutti si chiedono chi pagherà il conto.
La nuova Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha promesso 100 miliardi di euro per aiutare a finanziare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.
Ma c'è ancora molto da fare.

Ecco perché siamo venuti a Berlino per incontrare il Vice Presidente della Commissione UE, Valdis Dombrovskis, per chiedere cosa significa questa transizione per i cittadini e le imprese.

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
"Abbiamo visto che il Portogallo, per esempio, ha fatto molto per la transizione verso un'economia più verde, soprattutto per quanto riguarda le energie rinnovabili. Se gli Stati membri possono fare così tanto da soli, cosa può dare di più questo Green New Deal della Commissione Europea?"

"Una sostanziale trasformazione dell'economia"

Valdis Dombrovskis, Vice-Presidente della Commissione UE:

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"In effetti, il Green New Deal non avrà solo come finalità il raggiungimento di alcuni obiettivi, ma richiederà una sostanziale trasformazione dell'economia. Questo è ciò di cui si occuperà il Green New Deal europeo: come garantire questa trasformazione dell'economia, come passare a un'economia neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio in un modo socialmente accettabile, come preservare il nostro modello di economia sociale di mercato.

Il Just Transition Mechanism farà parte del quadro, sarà inserito nel piano di investimento sostenibile dell'Europa che mira a mobilitare, in generale, investimenti per questa transizione verde, mirando fondamentalmente a sbloccare almeno 1.000 miliardi di euro di investimenti nel prossimo decennio e il Just Transition Mechanism sarà una parte del piano, ma più mirato a sostenere le regioni e i settori che sono più colpiti da questa transizione, come ad esempio le regioni più dipendenti dal carbone".

Cos'è "verde" per la Commissione Europea`?

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
"Che cos'è per voi un investimento verde? Che cos'è "verde" per la Commissione UE?"

Valdis Dombrovskis, Vice-Presidente della Commissione UE:
"L'UE ha raggiunto un accordo sul sistema di classificazione, sulla lista verde delle attività economiche verdi e sostenibili. In sostanza, il "bollino verde" viene applicato a sei categorie ambientali: a partire dalla mitigazione del clima, l'adattamento al clima, la biodiversità, l'economia circolare, la gestione dei rifiuti, gli ecosistemi marini e così via... E comporta il fatto di poter definire le attività economiche verdi, attività di transizione che ci aiuteranno a passare dallo stato attuale all'economia neutrale in termini di emissioni di carbonio".

"Alcuni lavori scompariranno, ma altri lavori saranno creati dalla green economy"

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
"Sarà molto più costoso per i cittadini se tutti questi investimenti e obiettivi devono essere raggiunti?"

Valdis Dombrovskis, Vice-Presidente della Commissione UE:
"In qualche modo dobbiamo dire di sì: alcuni posti di lavoro scompariranno, alcuni combustibili fossili diventeranno più costosi, ma allo stesso tempo ci saranno molti nuovi posti di lavoro creati dalla green economy e ci saranno molte nuove economie che renderanno accessibile l'energia verde e questa transizione piu affrontabile".

Quindi, ciò che è importante sarà attrarre enormi investimenti pubblici e privati nei prossimi anni, in modo che questo "Green New Deal" europeo funzioni per la prosperità dei cittadini.
È davvero una bella sfida.
L'Europa spera di vincerla.

"Real Economy", Euronews.

Link utili

Energie rinnovabili in Portogallo

Una cartolina dal...Portogallo

Cincodias
All'avanguardia nel settore dell'energia eolica, il Portogallo si merita tutta questa bella cartolina "rinnovabile"...Cincodias

Risorse addizionali per questo articolo • EDIZIONE ITALIANA: CRISTIANO TASSINARI

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