Costa D'Avorio: il candidato d'opposizione adesso è ricercato

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Di Diego Malcangi
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Il leader dell'opposizione ivoriana, Guillaume Soro, aveva annunciato il proprio rientro nel Paese per domenica scorsa, ma è subito rientrato in Europa. Poche ore dopo, Abidjan ha spiccato un mandato di cattura contro di lui. Il presidente uscente, Ouattara, proprio domenica incontrava Macron

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L'opposizione ivoriana denuncia la violenza della repressione contro i suoi militanti, dopo che era scoppiata la protesta per il mancato arrivo di Guillaume Soro, leader del GPS (Generazione e Popoli in Solidarietà, il partito di Soro).

E proprio in queste ore il governo di Abidjan ha spiccato un mandato d'arresto internazionale contro Soro, che viene accusato di riciclaggio e violazione della sicurezza dello stato. Aveva da poco annunciato la propria candidatura alle presidenziali dell'ottobre prossimo e avrebbe dovuto rientrare nel Paese domenica scorsa, ma il suo aereo si è fermato in Ghana e l'ha poi riportato in Europa. In questo momento, fonti vicine all'oppositore ci hanno confermato che si trova in Spagna.  La sua reazione, su Twitter, non si è fatta attendere e lascia presagire tensioni a venire. 

Il suo portavoce spiega che Soro avrebbe voluto rivedere la propria famiglia e gli amici e avviare la campagna elettorale, ma questo gli è stato impedito per iniziativa delle autorità ivoriane.

Soro era stato Primo Ministro con il presidente Gbagbo, per poi denunciarne le derive e riconoscere la vittoria di Alassane Ouattara, nel 2010. Soro formava allora il suo quarto governo, ma si dimetteva nel 2012 per poi essere eletto (all'unanimità) presidente del Parlamento, carica dalla quale si è dimesso nel febbraio scorso, dopo una serie di accuse provenienti dal campo di Ouattara. 

Dal 2017, veniva periodicamente accusato di fomentare una ribellione.

Personaggio che restava molto popolare nel Paese, Soro lo lasciava otto mesi fa. 

Poche settimane fa l'annuncio: "torno il 22 dicembre". Tentativo come detto non riuscito. 

Il presidente uscente, Alassane Ouattara, ha finora detto di non volersi ricandidare ma si è nel contempo detto pronto a farlo se non rinunceranno anche tutti gli altri politici della sua generazione, a cominciare da Bedié e Gbagbo (co-protagonista dello scontro post-elettorale - quasi una guerra civile - del 2010, quando sia lui che Ouattara si dichiararano vincitori, rimosso manu militari dai francesi dopo essersi asserragliato nella residenza presidenziale). 

Proprio nel fine settimana in cui era previsto il rientro di Soro, Ouattara ha incontrato l'omologo francese, Emmanuel Macron, che ne ha di fatto lanciato la campagna elettorale annunciando la fine del franco CFA, la moneta unica post-coloniale, sempre più impopolare e ora sostituita dall'ECO - operazione di maquillage, secondo i critici, con condizioni gestionali che cambiano di poco -.

E mentre il gigante francese della logistica, Boygues, si aggiudicava l'appalto da un miliardo e 300 milioni di euro per la metropolitana di Abidjan (confermato proprio nelle ore della visita di Macron), i due presidenti, a Bouaké, avviavano anche il cantiere per un centro commerciale il cui costo, 60 milioni di euro, viene coperto a fondo perduto dalla Francia. 

 I due presidenti si erano incontrati ad Abidjan sabato per spostarsi domenica a Bouaké, dove 15 anni fa, in un bombardamento dell'aviazione ivoriana, morirono 9 soldati francesi e un cittadino statunitense

La base di Bouaké faceva parte del dispositivo Licorne, ufficialmente imbastito dal governo francese a protezione delle migliaia di francesi residenti in Costa d'Avorio. L'aviazione francese rispose colpendo il quartier generale dell'aviazione ivoriana, praticamente annientandola. 

Il paese all'epoca, nel 2004, era praticamente spaccato in due da un paio d'anni, con Gbagbo alla presidenza e una ribellione in controllo del Nord, favorevole a Ouattara (lo stesso che diverrà presidente sei anni dopo).  Il raid francese in risposta a quello di Bouaké causò tensioni anti-francesi ad Abidjan, e le truppe di Parigi spararono sui manifestanti, uccidendone 20 secondo i francesi e 60 secondo gli ivoriani. 

Quei fatti, rimasti ancora senza giustizia, rappresentano un elemento di tensione tra i due Paesi. 

Proprio a Bouaké quindi è stata inaugurata la stele a ricordo dei nove francesi  uccisi, ma anche posata la prima pietra, grazie alla donazione di Parigi, per quello che sarà il più grande centro commerciale dell'Africa occidentale.  Nel frattempo, come detto, le aziende francesi si aggiudicano la fetta principale degli appalti nel Paese: ultimo in ordine di tempo, la metropolitana di Abidjan.

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