Il debutto della nuova dirigenza europea ricordando il Trattato di Lisbona

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Di Paolo Alberto Valenti
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Col rinnovo di tutte le grandi cariche alla guida delle maggiori istituzioni europee parte una nuova stagione per il progesso continentale

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Il riscatto dell'Europa pretende il superamento della stagione delle incertezze e dello scontro fra blocchi. La sfida dei nuovi alti dirigenti delle istituzioni europee debutta nel giorno dei 10 anni del Trattato di Lisbona. Firmato il 1 ° dicembre 2009,  questo trattato, che mirava a facilitare il processo decisionale dell'UE, ha creato la posizione di un presidente a lungo termine - il presidente del Consiglio dell'UE - e ha rafforzato i poteri del suo responsabile per la politica estera. Ha inoltre conferito maggiore potere al Parlamento europeo, che condivide alcune responsabilità legislative con la Commissione europea, il ramo esecutivo dell'organismo.

Quale futuro ci attende?

Ursula von der Leyen, neopresidente della Commissione, ha ottenuto il placet dal Parlamento europeo qualche giorno fa, dopo settimane di ritardi. Adesso si passa all'azione come vuole il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Ma la geometria delle opportunità la precisa Von der Leyen: "Un continente di pace con diritti e libertà. Un mercato unico con opportunità economiche senza precedenti. È nostro dovere tutelare questo tesoro. Ma l'Europa non è solo il tesoro che ereditiamo. L'Europa è una promessa. L'Europa è il futuro."

Il rafforzamento della democrazia rappresentativa

Il Parlamento europeo, in un processo di "rafforzamento della democrazia rappresentativa", ha "esercitato l'esercizio complesso di controllo e di audizione di tutti i candidati commissari Ue per assicurarsi che siano pronti per il lavoro che li attende. Ora è tempo di passare all'azione". Così si è espresso il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in occasione della cerimonia per i 10 anni del Trattato di Lisbona. "Il Parlamento europeo è pronto a lavorare come una sola squadra con voi per continuare a costruire l'Europa", ha detto Sassoli rivolgendosi ai presidenti di Bce Christine Lagarde, Commissione europea Ursula von der Leyen e Consiglio europeo Charles Michel. "Dobbiamo trasformare le promesse in realtà: lotta al cambiamento climatico, che per noi è un'emergenza, all'innalzamento del costo della vita, gli europei vogliono vedere un'azione reale", ha aggiunto Sassoli.

La declinazione della sfida ambientale

La presidenza del Consiglio dell'UE passa dalle mani di Donald Tusk a quelle dall'ex primo ministro belga Charles Michel che si è messo al diapason con queste parole: "È puntuale la nostra lotta, la lotta comune contro i cambiamenti climatici. Il trattato di Lisbona ha conferito all'Unione una nuova personalità giuridica che ci consente di firmare accordi internazionali fondamentali come quello di Parigi. Il trattato trasforma anche il volto della democrazia rafforzando la trasparenza e apre le porte ai legislatori di Bruxelles".

Sulle note dell'Inno alla gioia

I presidenti di parlamento e consiglio hanno donato a Von der Leyen una raccolta dei trattati. La gestione della BCE affidata alla francese Christine Lagarde tenterà di schiudere una stagione dinnovazione e non solo di difesa delle finanze aggredite dalla moltiplicazioni delle crisi. "La mia speranza come presidente della BCE e in coordinamento con i miei tre colleghi e amici è ovviamente quella di passare da questa epoca di riparazioni a un'era di rinnovamento e speranza", ha concluso Lagarde.

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