La riforma dell'euro alla prova del patto Gentiloni

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Di Sergio Cantone
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La riforma dell'euro alla prova del patto Gentiloni

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L’Italiano tranquillo. Paolo Gentiloni, va a bruxelles. Missione: una crescita felice. L'ex primo ministro, noto per una certa paciosità istituzionale, da commissario agli affari economici dovrà parare i fendenti del blocco nordeuropeo, per strappare la riforma del patto di stabilità come affermato da Conte. I segnali d'altra parte sono nebbiosi come la risposta della futura presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, a proposito del patto di stabilità. La tedesca ha infatti affermato a proposito di eventuali ammorbidimenti finanziari che: “Le regole sono chiare, i limiti sono chiari, la flessibilità è chiara. Quindi, all’interno di queste regole affronteremo le differenti opzioni e questioni di cui dovremo discutere”

Paolo Gentiloni, agli affari economici e monetari è chiamato a svolgere un ruolo tecnico con risvolti politici di rilievo, ma legati a doti negoziali, da sfoderare verso quelle forze che preferiscono l’attuale ortodossia monetaria. Dovrà essere super-partes, ispirandosi ai virtuosismi di Mario Draghi per schivare i fulmini degli dei monetari teutonici .

Dopo il periodo di difficoltà economiche e finanziarie attraversate dall’Europa meridionale nell’ultimo decennio, l’Unione europea sembra considerare ipotesi meno restrittive dal punto di vista della spesa pubblica, complice anche un rallentamento dell’economia tedesca.

La nomina della Francese Lagarde alla guida della BCE sembra andare verso l’idea di istituzioni meno soggette al giudizio dei mercati. Lo ha detto nella sua audizione di fronte al parlamento europeo.

L'ex capa del Fondo monetario internazionale ha detto: "Le banca centrale Europea deve ascoltare e capire i mercati. Non deve essere guidata dai mercati. È vero, deve capire i mercati, ma deve anche ascoltare e capire la gente".

Ora si tratta di trovare un equilibrio che rassicuri l’Europa del nord e soddisfi le necessità dei paesi come Italia e Grecia: riforme strutturali e progressiva riduzione di deficit e debito a fronte di misure di espansive come investimenti pubblici.

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