Primo sì della Convenzione CITES per mettere limiti alla commercializzazione delle carni di 18 tipi di squali e razze a rischio estinzione. Sul banco degli imputati anche la tradizionale zuppa di pinne cinese
Primo sì della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, per salvaguardare ulteriormente diciotto tipi di squali e razze. La CITES è parte delle attività ONU per l'ambiente ed è riunita in questi giorni a Ginevra.
Due terzi dell'assemblea ha approvato limiti alla commercializzazione di carne di pesci chitarra e squali mako, le cui pinne sono molto apprezzate in Cina per preparare una tradizionale costosa zuppa.
Susan Lieberman, dell'ong Wildlife Conservation Society e tra gli esperti della Convenzione, spiega che "verranno bloccate le importazioni di carne in caso di assenza di un permesso in cui il governo che dà il via libera all'esportazione non dichiari che si è trattata di una pesca sostenibile. Non è un sistema perfetto, ma fino ad oggi non c'era alcuna regolamentazione internazionale. Non significa che le persone non devono mangiare questa carne, ma non deve essere commercializzata se non all'insegna della sostenibilità".
Per l'ok definitivo alle nuove norme si dovrà attendere l'esito del meeting finale il 28 agosto.
Ad opporsi alle nuove misure Cina, Islanda, Giappone, Malesia e Nuova Zelanda. Gli Stati Uniti hanno votato contro solo la proposta riguardante gli squali mako.
In generale le critiche riguardano la diffidenza sull'effettivo pericolo di estinzione di queste specie, e sulla competenza della Convenzione, il cui iniziale mandato sarebbe stato quello di proteggere flora e fauna terrestri e non marine.