Ma la posizione di sfida potrebbe costare carissima a Erdogan
È muro contro muro fra Bruxelles e Ankara. Il Consiglio per gli Affari Esteri dell’Unione Europea, che riunisce i ministri degli Esteri dei paesi membri, ha sospeso le relazioni e ha tagliato i fondi verso la Turchia, che nei giorni scorsi aveva avviato nuove perforazioni offshore nel Mediterraneo orientale, vicino alle coste di Cipro, alla ricerca di giacimenti di gas. Nelle ultime settimane la Turchia ha inviato una nuova nave da perforazione nella zona, una mossa definita da Cipro, che fa parte dell’Unione Europea, come una violazione del diritto internazionale e della sua sovranità.
Il presidente Erdogan con un lungo giro di parole per non menzionare l'interlocutore europeo ha detto che: "qualcuno ha creduto a menzogne".
L'accusa alla Turchia, che abbia cioè proseguito con le operazioni di perforazione a ovest di Cipro e lanciato una seconda operazione di perforazione a nord-est dell'isola, all’interno di acque territoriali cipriote.
Una posizione che costa per ora molto alla Turchia. Fra i negoziati sospesi ci sono gli accordi riguardanti l’aviazione, il flusso di fondi verso il paese e i prestiti concessi dalla Banca europea per gli investimenti. Per un valore di quasi 434 milioni di dollari nel solo 2018.