Un nutrito drappello di candidati, ma il favorito sembra Mario Draghi
È un po' come il gioco delle sedie musicali. Diversi partecipanti, una melodia, una sedia in meno e si procede per eliminazione. Ad essere libera è ora la sedia del fondo monnetario internazionale lasciata libera da Christine Lagarde andata a dirigere la BCE. Secondo alcuni una scelta voluta dal presidente Emmanuel Macron anche per eliminare una pericolosa rivale alle presidenziali francesi fra due anni.
Il dubbio è però ora legato a chi prenderà il suoo posto. Molti i candidati che dovranno dimostrare un curriculum inattaccabile. Finora il presidente è sempre stato un europeo mentre la banca mondiale è finita in mano americana.
5 dei presidenti sono stati francesi e questo potrebbe ad esempio riddurre le chance di Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e finanziari o Bruno Lemair, ministro delle finanze di Parigi. Dura vedere un transalpino dopo Dominique Strauss Kahn e la stessa Lagarde.
Fra gli outsider Mark Carney, canadese con passaporto irlandese e britannico alla guida della banca d'Inghilterra.
È ben visto dai governatori delle banche centrali e il giorno dopo il voto sulla Brexit che si è fatto notare chiedendo aiuto per il sistema finanziario. E i banchieri non dimenticano anche se è stato accusato di avere misure anti Brexit.
Altro sospetto e l'ex ministro delle finanze britannico George Osborne, anche se non amato perché considerato uno degli artefici del periodo di austerità nel Regno Unito e licenziato dalla May nel 2016.
Poi c'è Kristalina Georgieva-Graph, la seconda donna a poter guidare la prestigiosa organizzazione.
La bulgara è adesso una dei manndarini della banca mondiale. E poi c'è lui, Mario Draghi, forse troppo discreto, ma rispettato da tutti l'ex preidente della BCE potrebbe scambiarsi di ruolo proprio con la Lagarde. A 71 anni è vicino al limite massimo di età per questo lavoro. Considerato un tecnico di livello assoluto potrebbe imprimere un nuovo corso al Fondo.