Il presidente della Repubblica assiste alla cerimonia nel 75esimo anno della battaglia, dove più di mille polacchi hanno perso la vita
Rossi come il sangue versato, i papaveri sono il simbolo della battaglia di Montecassino. Dove 75 anni fa i polacchi hanno vendicato l'invasione dei tedeschi sconfiggendoli sull'avamposto alle porte di Roma, che bloccava l'avanzata degli alleati lungo la linea Gustav. Quest'anno anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, assieme al presidente polacco Duda, ha partecipato alla cerimonia annuale, molto sentita dal popolo polacco.
"I tre quarti di secolo trascorsi da allora non hanno intaccato il senso di profonda riconoscenza degli italiani nei confronti di quanti hanno combattuto in questi luoghi - ha detto il presidente Mattarella - Un sentimento che è anche un monito per le generazioni che si susseguono, un monito a non cadere più negli errori della guerra, un monito a rispondere alle sfide del nostro tempo, rilanciando il progetto di cooperazione europea, rinsaldando il legame trai nostri popoli e i nostri paesi, unico antidoto a ripetersi di conflitti fratricidi".
"Quella che avete contribuito a costruire è un'Europa finalmente democratica e pacifica - continua Mattarella - nella quale ogni cittadino può dispiegare la propria azione con libertà. Un'Europa ancora in cammino, che non deve mai rinunciare a divenire più inclusiva e più giusta. Ma anche un'Europa che è e rimane, come il presidente Duda ed io assieme ad altri 19 capi di Stato dell'Unione abbiamo recentemente ricordato, invitando i cittadini europei a partecipare al voto, la migliore idea che abbiamo mai avuto".
Alla fine della cerimonia sono state deposte le corone ai Caduti assieme ai veterani che nonostante l'età ogni anno vengono nel cimitero dove è seppellito anche il generale Anders, che ha portato alla vittoria di Montecassino ed è morto poi nel 1970.
La battaglia di Montecassino è stata una delle operazioni militari più importanti della Seconda Guerra Mondiale. Gli assalti alla roccaforte tedesca sono durati da gennaio a maggio del 1944. Gli alleati qui persero 50mila uomini. Più di mille furono i polacchi che morirono nell'assalto finale. Chi arrivò in cima, trovò i papaveri impregnati di sangue.
Il cimitero polacco è proprio sotto l’abbazia. Su una lapide ci sono queste parole: «Abbiamo dato le nostre anime a Dio, i nostri corpi all’Italia e i nostri cuori alla Polonia».