Cannes ritrova il cinema di Ken Loach

Cannes ritrova il cinema di Ken Loach
Di Chris BurnsStefania De Michele
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Il regista britannico si candida alla terza palma d'oro.

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Se fosse filosofia sarebbe la società liquida di Zygmunt Bauman, precaria, individualista, sempre in movimento. Ma è cinema e, con le medesime suggestioni declinate in denuncia sociale, porta la firma inconfondibile di Ken Loach, due Palme d’Oro a Cannes, un Orso d’Oro alla carriera alla Berlinale e un Leone d’Oro alla carriera al festival di Venezia. Con un nuovo pezzo di realismo dal titolo "Sorry, we missed you", il regista britannico si candida alla terza palma d'oro.

Il film è il racconto di una famiglia schiacchiata dalla gig economy, impantanata in una girandola di lavori on demand: Ricky, il protagonista, tenta di ricominciare come autista indipendente, ma continua a non governare la sua vita. Sua moglie Abby lavora come badante, sottopagata e sacrificata, parte di una forza lavoro senza prospettive in una società che invecchia. Ma è Abby a tentare di cementare le crepe che si aprono in famiglia e con i figli.

In conferenza stampa Ken Loach racconta cosa definisce il suo cinema: "C'è qualcosa di intollerabile nel modo in cui la vita è ora - dice - e non dobbiamo vivere in questo modo. Ci sono scelte che possiamo fare".

Loach ha vinto la Palma d'Oro per altri due drammi sociali : uno sul conflitto irlandese, l'altro sulla disoccupazione e le banche alimentari. Toni intimi e familiari per il suo ultimo film, ma sempre di denuncia.

"Un festival polarizzato" è il commento di Chris Burns per Euronews sull'edizione 2019 del Festival di Cannes: "Quest'anno Cannes è soprattutto politica. Loach è in competizione con altri film su radicalizzazione, rifugiati e brutalità della polizia. È un festival che vive di polemiche e, quest'anno, i film in concorso saranno spunto per molte di esse".

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