Jan Zahradil, candidato dei conservatori: "L'unità imposta romperà la Ue"

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A "Raw Questions" intervista a Jan Zahradil, il candidato dei Conservatori

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E' il candidato di punta dell'Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti Europei. Stiamo parlando di Jan Zahradil, il politico ceco fan del rock, con un obiettivo: scuotere l’Europa. Stanco dell'attuale struttura delle istituzioni di Bruxelles, è membro del Parlamento europeo da tre mandati, ed è un rappresentante del partito conservatore ceco.

Per lui l'Unione Europea non è uno stato. La Commissione europea non è un governo. Agli euroscettici preferisce gli eurorealisti. Perché ogni economia è diversa da stata a stato. Ecco il motivo per cui ogni Paese dovrebbe essere libero di organizzarsi in modo autonomo in materia di spesa e tasse. Cresciuto a Praga sotto il regime comunista, afferma che l'Europa, dovrebbe ascoltare molto di più la gente, essere più vicina ai cittadini. Quello che vorrebbe Jan Zahradil è un nuovo equilibrio tra l’UE e gli stati membri in modo da poter trovare insieme soluzioni per il futuro.

Ingegnere e ricercatore ambientale, è entrato in politica negli anni della transizione democratica nel suo Paese. Diventato consigliere del primo ministro ceco, è stato eletto al Parlamento europeo per la prima volta nel 2004. Ha assunto la guida dell'Alleanza dei Conservatori e Riformisti cinque anni dopo. Si definisce "eurorealista" e vorrebbe un'Europa più decentrata e più "libera". Ha affrontato diverse critiche per non avere biasimato i "ribelli" europei e gli è stata affibiata l'etichetta di scettico sui cambiamenti climatici per non aver sostenuto l'obiettivo zero emissioni nella Ue. Ama dire: "L'unità imposta romperà la Ue, invece che ripararla". Con un tocco di ironia, o forse no, non nasconde di avere un debole per Jurassic Park, quindi non si infastidisce se qualcuno lo definisce “dinosauro”.

EUROREALISTA

“Penso che ci sia una differenza di significato. Secondo me, l'euro-scettico è qualcuno che rifiuta completamente l'idea dell'integrazione europea e che vuole smembrare l'Unione europea o uscire dall'UE. Mentre un eurorealista è qualcuno che vuole migliorare l’Unione europea, cambiarla e modificarla. A volte ho la sensazione di aver vissuto due vite completamente separate. Una, prima del 1989, l’altra dopo l’89. Eravamo tutti più consapevoli verso ciò che possiamo definire ipocrisia, doppia faccia o doppia visione perché eravamo abituati a questo, durante il comunismo. Eravamo più abili a scoprire chi era fatto così, a capire le situazioni”.

LA QUESTIONE IRANIANA

“Come sappiamo, alcuni Stati membri vendono armi all'Arabia Saudita, armi che poi vengono utilizzate nel conflitto in Yemen. Mi riferisco alla Francia o al Belgio. Se dovesse diventerai presidente, condannerà il commercio con quei paesi che non rispettano i diritti fondamentali? Probabilmente mi distinguerei dagli altri presidenti. In Arabia Saudita, ma anche in Iran, penso che dovremmo avere posizioni più dure. Francamente non sono mai stato un grande amico di quel tipo di politica portata avanti da Federica Mogherini nei confronti dell'Iran; se fossi in carica, consiglierei alla Commissione o all'Alto Rappresentante di avere una politica estera e di sicurezza molto più severa nei confronti dell'Iran rispetto a quella dell’attuale Commissione.”

RUOLO DELL'UNIONE EUROPEA NEL PANORAMA INTERNAZIONALE

“Dobbiamo trovare un nuovo equilibrio tra ciò che potrebbe essere migliore a livello nazionale e ciò che potrebbe esserlo a livello europeo. E mi riferisco, ad esempio alla lotta al riscaldamento globale o al cambiamento climatico. Credo che stiamo lavorando abbastanza bene. Abbiamo preso degli impegni. Stiamo cercando di rispettarli... e se altri ci seguiranno, come Cina o Stati Uniti, allora penso che saremo sulla giusta strada a livello globale. Ma non credo che possa accadere ora, quindi è meglio cercaredi trovare una soluzione europea. 

Se guardiamo alla politica estera, ad esempio alla Libia, in Libia c’è un governo a Tripoli e c’è poi il generale Haftar che sta attaccando quell’esecutivo. Ora un membro molto importante dell'Unione europea, che è la Francia, sostiene il generale Haftar. Ma mentre l'altro membro importante, ovvero l'Italia, sostiene il governo di Tripoli. Come si può ottenere un compromesso con questi due punti di vista così diversi, completamente diversi. Non penso che nessuna votazione, anche se si avesse la maggioranza, potrebbe risolvere il problema. I In alcuni casi dobbiamo solo rispettare le posizioni nazionali dei singoli Stati membri.”

NAZIONALISMI E POPULISMI

“Un patriota capisce che il suo stato o la sua nazione, intendo senso politico, non in senso etnico, ha determinati interessi ed è assolutamente legittimo perseguire tali interessi sulla scena mondiale e persino all'interno dell'Unione Europea. Quando usiamo invece il termine nazionalismo, intendiamo qualcuno che è ritiene le altre nazioni come avversarie e crede che il proprio paese sia migliore rispetto a tutti gli altri. Credo che dovremmo essere sensibili quando si tratta di questioni morali e sociali perché non siamo tutti uguali. Non mi confronterei con il partito di Marine Le Pen, mentre Matteo Salvini resta un grande punto interrogativo. 

IMMIGRAZIONE

“E’ molto chiaro. Non esiste un codice penale pan-europeo universale. Ci sono diversi codici penali in paesi diversi. Direi che chiunque, ogni persona che vuole ottenere asilo, o un visto permanente o temporaneo, o addirittura la cittadinanza, deve sottostare alle regole e deve rispettare la legge. Quindi penso che gli stati, i governi nazionali e i ministeri, debbano insistere per far si che queste persone rispettino la legislazione nazionale.”

CLIMA

“Sono un ingegnere. Quindi conosco qualcosa riguardo al problema. Vorrei però attenermi ai nostri impegni attuali. Abbiamo preso degli impegni con l'accordo sul clima di Parigi. Ma devo essere molto onesto quando si tratta di analizzare la richiesta della Commissione e del Parlamento di un'economia a zero emissioni di carbonio fino al 2050. Credo che sia bello dirlo, ma non sia realistico raggiungere questo obiettivo. La commissione europea ha speso quasi il 40% del denaro per l'agricoltura. Dobbiamo cambiare il sistema, il pagamento dei sussidi della politica agricola comune. Dobbiamo passare da un sostegno orientato alla produzione a un'agricoltura biologica, sostenendo le piccole aziende agricole. Esiste già un’ottima iniziativa, che si chiama “un ettaro”. Penso che questo sia un ottimo esempio di ciò che l'Unione europea può fare.”

SALARIO MINIMO EUROPEO

“Ogni paese ha una diversa struttura economica. Ogni paese ha un diverso potere d'acquisto. Non si può introdurre qualcosa come il salario minimo o di base in tutta l'Europa. Ci sono paesi che sono relativamente molto ricchi. Se guardiamo alla media europea del 100% del PIL pro capite, c’è da una parte Germania e Francia o Paesi Bassi che hanno il 130-140%. D'altra parte, ci sono però Bulgaria, Romania con meno del 50%. Come si possono introdurre stipendi universali, sistemi universali di assistenza sociale, sistemi pensionistici universali, sistemi sanitari. È impossibile.”

EURO

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"Penso che l’euro sia uno strumento, soprattutto uno strumento politico. Ogni stato che vuole l'euro dovrebbe essere libero di adottarlo. Non deve essere però obbligatorio. Non credo nella UE come Stato o entità quasi statale."

BREXIT

"La Brexit è stata un errore dell'Unione Europea che ha permesso ad uno dei suoi membri più forti e di maggior successo di andarsene. Credo che se a David Cameron fosse stato offerto qualcosa durante quei primi negoziati, qualcosa che avrebbe potuto rivendersi in patria come un successo o come una concessione dell'UE, il risultato del referendum sarebbe potuto essere diverso"

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