Niente più Stati nazionali: questo candidato alle Europee propone una Ue fatta di città e regioni

Niente più Stati nazionali: questo candidato alle Europee propone una Ue fatta di città e regioni
Diritti d'autore Johannes Voggenhuber intervistato da Euronews
Diritti d'autore Johannes Voggenhuber intervistato da Euronews
Di Lillo Montalto MonellaCarolin Küter
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Abbiamo intervistato il politico austriaco Johannes Voggenhuber che, separatosi dai Verdi, corre da solo con il progetto Europa 1. Dice di essere l'antitesi del FPÖ, il Partito della Libertà di Heinz Christian Strache, che auspica un'Europa delle Patrie: più regioni, meno Stati nazionali.

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Dimenticatevi gli Stati Uniti d'Europa: la visione di una parte della sinistra ecologista per contrastare "i nazionalisti e i razzisti" è quella di una Repubblica d'Europa, fatta non più da Stati nazionali bensì da città e regioni.

La proposta arriva dalll'Austria e la avanza Johannes Voggenhuber, già eurodeputato fino al 2009 che si ricandida quest'anno non più tra le fila dei Verdi, bensì con un nuovo progetto politico chiamato 1 Europa.

"Il motto della nostra campagna è resistenza e visione, resistenza e alternativa", dice Voggenhuber a Euronews. "Questa visione è la Repubblica d'Europa fatta di regioni forti, politica di pace comune e unione sociale".

Nella sua lista corrono sei donne e due uomini. Nel suo manifesto, Voggenhuber chiede una rigida separazione tra potere legislativo ed esecutivo oltre a un meccanismo di redistribuzione delle ricchezze tra regioni ricche e povere. Obiettivo: "superare l'incapacità degli Stati-nazione di maneggiare il mondo del futuro" e i veti incrociati che bloccano le decisioni più importanti in materia di sicurezza sociale, solidarietà, giustizia e immigrazione.

Consiglio europeo "buco nero della democrazia"

"Ho l'impressione che dobbiamo ridefinire la democrazia dalle basi", l'opinione di Voggenhuber. "La separazione dei poteri è essenziale per le democrazie. Il fatto che i membri del Consiglio dell'Unione europea facciano parte dell'esecutivo quando salgono sull'aereo a Vienna, e diventino potere legislativo quando scendono dalla scaletta dell'aereo a Bruxelles, è una grave violazione di questo principio. Così come il fatto che i dibattiti legislativi del Consiglio non siano pubblici".

La sua proposta è quella di trasformare il Consiglio in una Camera di Stati, costituita da rappresentanti direttamente eletti nei vari Paesi e non più dai capi di governo. "Il Consiglio è il buco nero della democrazia in Europa. Quasi tutte le crisi dell'UE emergono da questa Europa intergovernativa, questa Europa del Consiglio".

L'operazione di Johannes Voggenhuber, 68 anni, ha fatto molto discutere in patria. Ex portavoce dei Verdi fino al 1985, al Parlamento europeo dal 1995 al 2009, a febbraio ha annunciato la scissione in seno al partito ecologista austriaco, un tempo il più votato d'Europa ma finito fuori dal parlamento nazionale nel 2017. Con il rischio che la dispersione dei voti impedisca a entrambi, Verdi e 1 Europa, di raggiungere la soglia del 5% necessaria a staccare il biglietto per Bruxelles/Strasburgo. Per farlo, Voggenhuber punta esplicitamente a recuperare i voti dei socialdemocratici, sempre più ideboliti, e degli elettori verdi delusi.

Originario di Salisburgo, pioniere del locale partito ecologista, nel 2004 portò i Verdi allo storico 12.9% delle Europee, ad oggi il secondo miglior risultato ottenuto dalla compagine, ma nel 2009 gli fu preferito l'avversario Ulrike Lunacek e passò in secondo piano nelle gerarchie di partito. Oggi si propone come l'esatta antitesi del FPÖ, il Partito della Libertà di Heinz Christian Strache, che auspica un'Europa delle Patrie.

"Europa significa andare al di là dei nazionalismi. Non vogliamo superare lo Stato-nazione, ma completarlo. Sono le regioni, non gli Stati nazionali, la vera diversità d'Europa".

Il vicecancelliere austriaco Strache con Viktor Orban a Budapest - 6 maggio 2019. REUTERS/Bernadett Szabo

Come superare il rischio di un proliferare di egoismi regionali

Il rischio paventato dall'economista Laurent Davezies, nel suo libro Le Nouvel Egoïsme territorial, è quello di una proliferazione di piccole nazioni che moltiplichino comportamenti egoistici come il dumping sociale e fiscale. "Piccole nazioni" come la Catalogna, la Scozia e le regioni dell'Italia settentrionale, ovvero i territori più ricchi dove negli ultimi vent'anni si sono fatte sentire le rivendicazioni autonomiste.

Per evitare questo desolante scenario e il pericolo di "disintegrazione regionale", Voggenhuber propone di rafforzare non solo l'autogoverno di queste regioni, ma di tutte le regioni. Il modello è quello dell'Alto Adige, "che non deve lasciare l'Italia per autogovernarsi". Il tutto nel contesto di "un'Europa forte abbastanza da avere regioni forti, contro il nazionalismo".

"Questo non significa rinunciare alle regioni più deboli, al contrario: chiediamo un'Europa in cui le entrate si redistribuiscano tra regioni" sul modello federale. Per questo vogliamo un referendum europeo. È possibile avere regioni forti in Europa: dobbiamo riscoprire l'unità nella diversità".

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