Voto in Macedonia: il Paese tiene la rotta e guarda all'Unione Europea

Voto in Macedonia: il Paese tiene la rotta e guarda all'Unione Europea
Di Stefania De Michele
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Dopo la vittoria alle presidenziali del candidato socialdemocratico.

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Al primo turno il piatto della bilancia era rimasto pressoché in equiibrio: centrosinistra contro nazionalisti, separati da una manciata di voti in Macedonia del Nord. Al ballottaggio l'ha spuntata il candidato socialdemocratico, Stevo Pendarovski, 56 anni, professore universitario, nuovo presidente del Paese con il 51,7% delle preferenze, 7 punti in più della candidata nazionalista, Gordana Siljanovska- Davkova.

L'analisi del voto di Pendarovski e Zaev.

Il neopresidente Stevo Pendarovski ha commentato ai microfoni di Euronews la tornata elettorale: "Abbiamo avuto un secondo turno tranquillo, come lo è stato il primo due settimane fa. Mi sembra che questo sia il miglior messaggio possibile per l'Unione Europea, attenta al fatto che la Macedonia sia in grado di organizzare elezioni trasparenti e democratiche, e naturalmente che abbia tutte le carte in regola, anche in vista del vertice europeo di giugno".

Dopo l’entrata in vigore dell’accordo con la Grecia che ha modificato il nome del paese, in cambio della caduta del veto all’ingresso nella NATO e nell’UE, la Macedonia del Nord ha dunque mantenuto la rotta, come sottolinea il primo ministro Zoran Zaev: "Abbiamo dimostrato al resto del mondo che è davvero possibile prendere decisioni importanti e coraggiose e , in seguito, vincere le elezioni  - commenta Zaev - questo è perciò il mio personale incoraggiamento a tutti i leader politici dell'Europa: un incoraggiamento a continuare ad essere europei e progressisti, non importa cosa possano fare i nazionalisti. C'è un solo futuro, l'Europa insieme".

I nazionalisti: Macedonia a rischio divisioni.

Secondo la candidata nazionalista, Gordana Siljanovska, i risultati elettorali sono invece la prova del fatto che un gran numero di cittadini è contrario al cambiamento del nome del Paese sancito dall'accordo di Prespa. Una decisione che - avverte - può portare a divisioni importanti in seno alla Macedonia e tra i cittadini, anziché alla riconciliazione.

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