Audrey Hepburn: star, icona ed eroina della Resistenza

Audrey Hepburn: star, icona ed eroina della Resistenza
Di Debora Gandini
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“Intimate Audrey", la personale su Audrey Hepburn a Bruxelles. Per rivivere la vita di un'icona

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“La bellezza di una donna non dipende dagli abiti che indossa, né dal suo aspetto. La bellezza si percepisce dai suoi occhi, perché quella è la porta del suo cuore, il posto nel quale risiede l’amore". Il 4 maggio del 1929 nasceva Audrey Hepburn, un’icona senza tempo.

90 anni dalla nascita di Audrey Hepburn: i segreti di una star

Insieme a suo figlio Sean Hepburn Ferrer, abbiamo visitato a Bruxelles la mostra, dedicata all’attrice. "Questa è la galleria Vanderborght, vicino a quelle della regina e del re – ci fa notare Sean. Qui è stata allestita la personale per celebrare l'anniversario di mia madre a 90 anni dalla sua nascita. Lei è nata in un piccolo sobborgo della capitale belga, chiamato Ixelles. Questa mostra è il miglior omaggio che le si potesse fare.”

L’esposizione “Intimate Audrey” è stata voluta proprio dal figlio. Accanto a locandine e foto di scena ci sono anche oggetti famosi come lo scooter utilizzato in “Vacanze romane” del 1953. Un capolavoro e un ruolo che le fece vincere l’Oscar come migliore attrice.

Audrey Hepburn, eroina della Resistenza

Oscar, Emmy, Grammy Awards, red carpet e una vita da star. Ma lontano dai riflettori Audrey Hepburn era anche altro. Gli ultimi anni della sua vita, l’attrice li ha passati aiutando i bambini, diventando ambasciatrice dell'UNICEF. Lei che da piccola provò le sofferenze del nazismo. Ecco perché abbiamo chiesto a suo figlio cosa avrebbe fatto oggi in questa Europa alle prese con un nazionalismo dilagante: "Dopo la Seconda Guerra Mondiale si sentì tradita da quei campi di concentramento”, racconta Sean Hepburn Ferrer. “Poi, 30 anni dopo, si trovò in Somalia, in Sudan, in posti simili, con migliaia di persone condannate a morire. Per la rabbia di sicuro farebbe qualcosa.”

Questa più che una mostra è un evento culturale dove poter anche riflettere. "Mia madre morì il 20 gennaio del 1993 alle 8 di sera”, ci racconta il figlio. “Con lei ho sempre avuto un meraviglioso rapporto di amicizia, è stata una madre straordinaria, siamo sempre andati molto d'accordo, certo ci sono stati momenti belli e momenti brutti. Poi l'ho persa. Ecco perché voglio fare pace con quei momenti in cui siamo stati distanti. Ma lei continua a vivere ogni giorno con me. Questo è il motivo per cui ho deciso di curare personalmente questa mostra, come fossi un direttore d’orchestra. Lei è con me ogni giorno, al punto che a volte sento una specie di musica, qualcosa di veramente strano ma molto bello.”

“Intimate Audrey” sarà aperta al pubblico fino al 25 agosto. Per rivivere un mito dentro e fuori dallo star-system.

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