"La situazione medica a bordo è molto problematica, abbiamo dovuto evacuare una donna perché ha perso conoscenza [...] aveva necessità di cure e questo non poteva avvenire a bordo. Ma anche altri non possono sopportare a lungo la situazione"
Resta ancora in alto mare la Alan Kurdi della ong tedesca Sea Eye, che si trova al largo di Malta dopo il rifiuto dell'Italia e della Valletta all'attracco. Una settimana dopo aver salvato al largo della Libia 64 migranti, la nave è infatti senza un porto dove poter sbarcare, mentre a bordo la situazione per i rifugiati peggiora sempre di più. Lo riferisce a Euronews la portavoce della ONG tedesca Carlotta Weibl.
La Weibl ha riferito in particolare della evacuazione di una donna che ha avuto problemi di perdita di coscienza e degli scarsi servizi igienici a bordo insufficienti per il numero dei rifugiati presenti. Mentre ha confermato l'ok da parte del governo maltese a rifornire il prossimo mercoledì di altri viveri ormai scarsi.
Alcune agenzie hanno parlato di malaria per la donna evacuata. Informazione errata che porta solo ad allarmismi. la Weibl ci ha chiarito che per ora non ci sono elementi che indicano la malaria.
Un nigeriano a bordo della Sea Eye, Eike, racconta poi i due anni da lui vissuti in Libia:
"I libici ci trattano come degli schiavi, non pensano che siamo esseri umani. Ti fanno lavorare per loro ma senza pagarti, in cambio ti minacciano con le armi e ti buttano fuori. Se provi a dire qualcosa ti dicono che ti mandano in prigione, o ti deportano. Ti maltrattano anche quando il tempo è in condizioni pessime, a loro non importa delle nostre vite".
Lui e gli altri a bordo della Alan Kurdi dalla Libia sono riusciti a fuggire, ma altre migliaia sono ancora nei centri di detenzione.