Di ritorno dal Marocco Papa Francesco risponde alle domande dei giornalisti che lo interpellano ancora sul caso Barbarin, arcivescovo di Lione condanno per aver negletto casi gravi di pedofilia nella sua diocesi
Di ritorno dal Marocco il Papa ha chiarito meglio la sua decisione in merito al rifiuto delle dimissioni presentate dal cardinale Philippe Barbarin, condannato in Francia a sei mesi di prigione con la condizionale e in attesa di un processo di appello.
Nessun processo canonico per Barbarin
La Santa Sede non ha invece annunciato alcun processo canonico nei confronti di Barbarin come avvenuto nel caso del cardinale George Pell, condannato in Australia a sei anni di prigione e che pure continua a dichiararsi innocente.
In attesa del verdetto civile
"Cosa dice la giurisprudenza mondiale? - si è interrogato il Papa sul volo che lo riportava a Roma - Che se una causa è aperta c'è la presunzione d'innocenza. Forse non è innocente ma c'è la presunzione. Una volta ho parlato di un caso in Spagna di condanna mediatica che ha rovinato la vita di alcuni sacerdoti che poi sono stati riconosciuti innocenti. Prima di condannare dal punto di vista mediatico, meglio pensarci due volte".
Barbarin ha comunque preferito ritirarsi, prendere un congedo volontario e lasciare al vicario generale gestire l'arcidiocesi finché il tribunale dia la sentenza finale.
Le critiche contro la Santa Sede
Le critiche che sono piovute sulla Santa Sede precisano che nel caso di Barbarin Papa Francesco non si è attenuto ai criteri della “tolleranza zero”, ma piuttosto ai principi garantisti che lui stesso ha evocato nel summit vaticano del 21-24 febbraio nei 21 “punti di riflessione” consegnati ai partecipanti.