"Cyberlegs": la robotica aiuta la riabilitazione

In collaborazione con The European Commission
"Cyberlegs": la robotica aiuta la riabilitazione
Di Euronews
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Esoscheletri e gambe robotiche. Grazie al progetto europeo "Cyberlegs" muoversi potrà essere può facile per i pazienti con amputazioni

Le "protesi robotiche" offrono maggiori possibilità di muoversi soprattutto per le persone con amputati degli arti inferiori. Gambe bioniche ed esoscheletri possono essere un valido aiuto, specie perché la maggior parte di questi pazienti indossa protesi pesantissime.

In Italia, in Toscana, diversi ricercatori stanno testando gli esoscheletri che potrebbero cambiare la vita di molti, come ci racconta anche il Signor Daniele Bellini. Lui ha perso una gamba, 15 anni fa, in un incidente sul lavoro. Nonostante questo non ha mai smesso di guidare. Lo fa spesso per andare [Centro di riabilitazione "Don Gnocchi" di Firenze](Centro di riabilitazione). Ora è un volontario del progetto europeo “Cyberlegs”.

Quando la robotica aiuta la riabilitazione

La gamba robotica è uno dei prototipi che sono al vaglio dei test dei ricercatori. Il Signor Bellini, grazie a questo dispositivo, dopo solo due sessioni, riesce già a salire le scale, passo dopo passo: "Con la protesi che indosso di solito abitualmente, questo non è possibile, devo fare uno scalino alla volta perché è un amortizzatore, cioè uno scendendo va sopra e frena il passo, ma non riceve quella spinta verso l’alto che è necessaria per salire le scale.”

Al Centro di riabilitazione "Don Gnocchi" di Firenze abbiamo incontrato anche Baissa Abderrahman, anche lui amputato transfemorale. Indossa un altro prototipo: un esoscheletro pelvico mentre i ricercatori misurano gli sforzi fisici e cognitivi. "I pazienti con amputazioni di arto inferiore spensono molta, molta energia in più rispetto alle persone normali per camminare. Lo scopo di questo apperecchio pelvico e quello di fonire l’energia necessaria per rendere il cammino meno faticoso", ci fa notare il Dottor Raffaele Molino Lova, Coordinatore Medico presso "Mare-Lab".

Protesi robotiche made in Italy

Da Firenze a Pontedera. All'Istituto di Biorobotica lavorano ricercatori con molteplici competenze. Alcuni studiano i parametri di come si cammina, per poi trasferirli nei robot.

Gli scienziati stanno sviluppando un meccanismo anticaduta per chi indossa questo esoscheletro. In 0,3 secondi, l'ortesi identifica e corregge la perdita di equilibrio, innescata qui da questo sistema di "scivolamento simulato". Per Nicola Vitiello, Professore Associato Istituto di BioRobotica, Scuola Superiore di Sant’Anna e Coordinatore del progetto europeo “Cyberlegs", è importante che il sistema capisca automaticamente cosa uan persona vuole fare, ecco perché questi robot devono avere abilità cognitive"

In questo Istituto è stata progettata, in parte, una gamba bionica. Due motori, sulla caviglia e sul ginocchio, devono capire cosa il paziente vuole fare, grazie ai sensori che ne monitorano i movimenti. "Nei due sottopiedi, uno posizionato sulla protesi e uno posizionato sulla gamba sana, abbiamo 7 unità di misurazione inerziale. Tutti i dati vengono raccolti, archiviati ed elaborati all'interno della protesi. Di conseguenza misuriamo ciò che gli arti stanno facendo. In base a queste informazioni, ci confrontiamo con il modello che abbiamo e sappiamo se il paziente sta camminando, vuole salire le scale, vuole alzarsi o spostarsi," ci spiega il Dott. Joos Geeroms – Ricercatore e ingegnere presso la Vrije Universiteit Brussel.

Dalla medicina all'industria: le ultime tecnologie europee

Aiutare i pazienti ad avere una vita più semplice ma non solo. Queste tecnologie vanno oltre l'aiuto quotidiano che possono dare a una persona, come questa mano bionica, che permetterebbe alle persone tetraplegiche di prendere oggetti senza problemi. "Stiamo sviluppando tecnologie che possono essere utilizzate in tanti altri campi e per molte altre cose. Ad esempio con pazienti che hanno diversi problemi medici", prosegue il Prof. Vitiello. "Nel campo dell'industria possiamo usarle per aiutare i lavoratori a rendere più leggeri sforzi fisici, alcune applicazioni si potrebbero usare nel settore dell’Hi-tech. Qui naturalmente non possiamo che puntare sui giovani che, in questo settore delle app avranno idee innovative da poter testare nei prossimi anni."

Intanto a Firenze i test del progetto europeo “Cyberlegs” proseguono. E restando ottimisti, forse i due robot saranno sul mercato nei prossimi anni.

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