Brexit: May ottiene modifiche "legalmente vincolanti" sul backstop. Basteranno?

La svolta che potrebbe aprire scenari inaspettati fino a poche ore fa arriva lunedì in tarda serata. Dopo un faccia a faccia di alcune ore con i vertici dell'Unione europea a Strasburgo, la premier britannica Theresa May ha annunciato che il Regno Unito ha ottenuto l'inserimento di modifiche "legalmente vincolanti" sul backstop, che rafforzano e migliorano l'accordo di divorzio raggiunto a novembre e la dichiarazione politica allegata.
"Avere una polizza assicurativa per evitare una frontiera fisica in Irlanda è positivo - ha detto il primo ministro -. L'inserimento di modifiche legalmente vincolanti è esattamente ciò che il Parlamento ci aveva chiesto. Il backstop, se mai entrerà in vigore, non può diventare un accordo permanente, è solo temporaneo".
Sono tre i documenti su cui è stata raggiunta un'intesa. Uno "strumento condiviso legalmente vincolante", una "dichiarazione congiunta" che si aggiunge alla dichiarazione politica allegata alla Brexit e una "dichiarazione unilaterale" di Londra sul backstop nel caso non fosse raggiunto un accordo sul commercio.
Da una parte Regno Unito e Unione europea si impegnano affinché il backstop non possa andare oltre il dicembre 2020. In caso contrario un arbitrato indipendente potrà dirimere la questione. Dall'altra promettono di trovare strumenti alternativi perché il regime speciale temporaneo sull'Irlanda del Nord - ha sottolineato la May - non potrà essere replicato.
"Voglio essere chiaro in proposito - ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker -. L'accordo è questo o la Brexit potrebbe non accadere del tutto. I membri della Camera dei Comuni hanno una grande responsabilità e una scelta fondamentale da fare".
La palla passa ora al Parlamento, dove oggi è previsto un secondo voto sull'intesa. In caso di nuova bocciatura, domani la Camera dei Comuni voterà se uscire dall'Unione europea senza un accordo. Se anche questa opzione fosse scartata, si procederà ad un'ulteriore voto sulla possibile estensione dell'articolo 50, che rinvierebbe il divorzio di almeno due mesi.