Lo spettacolo della compagnia italo-francese di danza contemporanea e teatro fisico, che nasce dall'urgenza comunitaria di andare al di là delle differenze
Un fiocco di neve o di cotone, una nuvola o zucchero filato. Così vedono l'identità Francesco e Maxime, due giovani coreografi - uno italiano, l'altro francese - in "Farde-moi", produzione che va in scena questa sera a Lione, al teatro Le Croiseur, nell'ambito del festival "Impulsion".
"Nasce dall'urgenza comunitaria di andare al di là delle differenze", spiega ai nostri microfoni il coreografo Francesco Colaleo. "L'universo è tutto bianco, nell'idea occidentale - ma anche orientale - che il bianco, che la tavolozza bianca possa accogliere tutte le sfumature, tutti i colori".
Ma parlare di identità significa parlare anche di incontro di culture. Francesco e Maxime si sono conosciuti a Parma. La loro compagnia ha sede a Lione, ma lavorano molto in Italia.
"Può essere un po' più semplice per i giovani coreografi in Italia, perché ci sono degli aiuti erogati dal ministero della Cultura per i coreografi di meno di 35 anni", dichiara Maxime Freixas, coreografo transalpino. "Quindi i teatri e i festival tendono a chiamare più facilmente i giovani coreografi, ma penso che in Francia vada meglio nel lungo periodo".
Lo spettacolo è dedicato alla memoria di una giovane collega di Francesco e Maxime, Francesca Cerati, scomparsa proprio un 8 marzo. Una tragica coincidenza, mentre una fortunata coincidenza è il fatto che uno spettacolo che parla d'identità, quindi anche di genere, vada in scena proprio nella giornata della donna.