Russiagate, parla Cohen: "Trump? Un imbroglione"

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Diritti d'autore REUTERS/Jonathan Ernst
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Di Luca Colantoni
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Il presidente degli Stati Uniti è un "razzista", un "truffatore" e un "imbroglione". Iniziata cosi la deposizione di Michael Cohen davanti ai membri della commissione vigilanza della Camera del Congresso americano.

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Il presidente degli Stati Uniti è un "razzista", un "truffatore" e un "imbroglione". Iniziata cosi la deposizione di Michael Cohen davanti ai membri della commissione vigilanza della Camera del Congresso americano. Un intervento molto atteso quello di Cohen, per dieci anni avvocato di Donald Trump e quindi a conoscenza dei dettagli soprattutto della campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2016 e proprio da qui è iniziata la testimonianza. "Trump è stato un candidato alla presidenza sapeva in anticipo che Julian Assange avrebbe pubblicato sul suo sito Wikileaks delle e-mail imbarazzanti per l'allora sfidante alla Casa Bianca, Hillary Clinton. Sarebbe magnifico, avrenne affermato Trump secondo Cohen.

Ma non solo, l'ex legale del Presidente degli Stati Uniti sul Russiagate parla a ruota libera. "Sapevo anche che nulla accadeva senza l'approvazione di Trump. Nel giugno 2016, racconta, il figlio entrò nella stanza, si avvicinò al padre e disse sottovoce: "L'incontro è sistemato". Il magnate, secondo Cohen, rispose: "Ok, bene, fammi sapere". Il riferimento era all'incontro con un delegato del governo russo che offri' a Trump quel materiale scomodo sulla Clinton.

Ma ancora. Cohen sotto giuramento, ha affermato di aver fornito alla commissione diversi documenti e questi includono una copia di un assegno che Trump ha staccato da un conto bancario personale dopo essere diventato presidente per il rimborso dei pagamenti di denaro che lo stesso Cohen avrebbe fatto per coprire la relazione tra Trump e una pornostar e, quindi. prevenire danni alla sua campagna.

La parola "razzista", invece, è stata giustificata da Cohen dal fatto che un giorno l'allora candidato alle presidenziali gli disse che le persone nere non avrebbero mai votato per lui perchè erano troppo stupide".

Trump dal Vietnam si difende con un Tweet: "Sta mentendo per farsi ridurre la pena in carcere".

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