Siria, "assalto finale" contro Stato islamico: lo annunciano i curdi

Siria, "assalto finale" contro Stato islamico: lo annunciano i curdi
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Di Antonio Michele Storto
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La battaglia è iniziata a Baghoz, un villaggio sulle rive dell'Eufrate a ridosso del confine iracheno, dove gli ultimi combattenti Isis sono confluiti dopo le disfatte in Siria ed Iraq

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La battaglia finale contro lo Stato islamico in Siria si consuma a Baghouz, un villaggio sulle rive dell'Eufrate a ridosso del confine iracheno. Così la annunciano le Forze democratiche siriane, la confederazione di combattenti a guida curda che da tre anni opera con il supporto statunitense "Abbiamo lanciato la battaglia finale per eliminare gli ultimi terroristi dell'Isis rimasti in siria" scrive su twitter un portavoce del gruppo.

Un messaggio che conferma quanto già anticipato da Donald Trump che il 6 febbraio annunciava che lo Stato islamico sarebbe stato espulso dalla Siria entro la settimana a venire, per poi procedere con il ritiro delle truppe statunitensi. Ma le operazioni potrebbero non essere così rapide e indolori: Baghouz rappresenta l'utima roccaforte per i combattenti di Daesh che sono confluiti in questo villaggio di frontiera dopo le disfatte di Raqqa, Hajar el-Aswad - la "Pietra nera", un sobborgo a 4 km dalla capitale Damasco - e nell**'Iraq occidentale**. Stando ai primi report, i civili ancora presenti nella zona starebbero sistematicamente venendo usati come scudi umani. "Per questo - ha dichiarato ad Arab News un portavoce delle Forze siriane democratiche - siamo costretti ad avanzare molto lentamente"

REUTERS/Aboud Hamam
Le Forze democratiche siriane nel primo anniversario della riconquista di RaqqaREUTERS/Aboud Hamam

Nel frattempo, camion pieni di sfollati - in maggioranza **donne e bambini in fuga dalla zona dei combattimenti ** - continuano ad arrivare nel campo di al-Hol, a 150 km a nord est. Ma la struttura al momento ospita 25mila persone, ben oltre la sua capacità, e il personale è costretto a dirottare la maggioranza dei nuovi arrivi al vicino ospedale di Hasakeh, che potrebbe a sua volta non essere attrezzato a fronteggiare l'emergenza.

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