L'avvocato Gian Domenico Caiazza spiega che non c'è mossa contro l'ergastolo che tenga, in un caso come quello di Battisti, a meno che i difensori non contestino la procedura di arresto all'estero o estradizione.
Perché si è arrivati solo dopo tanti anni all'arresto di Battisti e al suo ritorno in Italia? Dal punto di vista giuridico perché sentenza e pena stabilite in Italia non erano compatibili con gli ordinamenti giudiziari di Francia e Brasile che quindi hanno rifiutato l'estradizione.
Poi c'è la politica, ovviamente, la storia di anni difficili e ambigui, gli anni di piombo, le coperture che Battisti stesso rivelò "i servizi segreti francesi mi hanno aiutato a fuggire in Brasile", disse in un'intervista del 2009.
Ma oggi per per Battisti si aprono le porte del carcere a vita senza possibilità di pene alternative per almeno 20 anni. Dopo un'estradizione lampo accordata dalle autorità di La Paz: _"Se l'arresto è avvenuto in Bolivia in accordo con la polizia e l'autorità giudiziaria locale, evidentemente non esistono obiezioni da parte dello Stato boliviano - spiega l'avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione camere penali - Se è così lui dovrà solo scontare la pena. Se ci sono delle obiezioni da parte dei colleghi penalisti possono solo essere relative all'arresto all'estero del latitante Cesare Battisti". _
Abbiamo poi chiesto a Caiazza se il fatto che i crimini di cui Battisti si è macchiato siano stati commessi prima del 1991, quando ancora non erano in vigore le norme per l'irrigidimento del regime carcerario per gli ergastolani, può aprire la strada a pene alternative?
"Non c'entra quando Battisti ha commesso quei crimini, sono norme di procedura che entrano in gioco quando la sentenza è esecutiva - spiega Caiazza - in genere si applica la più favorevole. Tuttavia, in ogni caso, per almeno 20-25 anni, non si profila la possibilità di pene alternative tipo periodi di libertà vigilata".