L'esperto Enav: "Gli operatori e i loro droni dovrebbero essere registrati"
Gatwick non è l'unico caso. Quest'anno c'è stato un episodio simile a Wellington, in Nuova Zelanda, dove è stato chiuso lo spazio aereo per mezz'ora mentre solo la settimana scorsa un drone si è scontrato con un Boeing 737, che stava atterrando a Tijuana in Messico: l’aereo ha subìto danni ma è atterrato senza problemi. In quasi tutti i Paesi è proibito sorvolare le piste, ma quello che manca è una legge condivisa.
"Al giorno d'oggi non c'è una normativa dell'Unione Europea, ma bozze di regolamentazione - spiega Cristiano Baldoni, responsabile ENAV per il progetto D-Flight drone - esistono leggi nazionali e in Italia, in particolare, è assolutamente vietato volare con i droni in prossimità di un aeroporto, proprio perché può creare un pericolo".
Secondo Baldoni, risalire a chi guida a distanza i droni è la prima delle priorità: "Tutti gli operatori dovrebbero essere registrati, così come i loro droni. E i velivoli dovrebbero essere identificabili elettronicamente, anche a distanza. Questo ridurrebbe l'uso inappropriato sia dei droni che di qualsiasi altra cosa nello spazio aereo".