(ANSA) - GENOVA, 30 NOV - Genova si ripensa e dopo il crollo del Ponte Morandi diventa la città dello 'smart working'. La conformazione cittadina, le alluvioni e le allerta meteo avevano già attivato una sensibilità particolare nel territorio, al di là dell'input della normativa del 2017. Dal 14 agosto scorso nella città della Lanterna il 'lavoro agile' è realtà. "Su 14mila dipendenti della rete, già 3.000 sono in modalità 'smart working', in un programma iniziato un anno fa", racconta l'assessore al Personale del Comune Arianna Viscogliosi. La 'rete' di cui parla Viscogliosi è quella del progetto per lo 'smart working' di Palazzo Tursi, al quale partecipano soggetti pubblici e privati: oltre al Comune, Regione, Azienda sanitaria regionale (Alisa), Camera di Commercio, Asl di Genova, Città Metropolitana, Università, Iit, Abb, Rina, Esaote, Costa Crociere, Siemens e Tim. Tutti riuniti in Comune per un nuovo protocollo sul lavoro agile e per fare il punto sulle singole esperienze e accelerare sullo smart working dopo il Morandi.
Dopo ponte Genova è città smart working
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Di ANSA
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