Il giornalista minacciato: "L'omicidio Marinova è un avvertimento"

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Di Gioia Salvatori
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Dimitar Stoyanov della testata Bivol, da anni a lavoro su corruzione e frodi legate ai fondi europei in Bulgaria, non crede alle autorità di Sofia

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Per ora c'è solo un arresto per lo stupro e l'assassinio della giornalista bulgara Viktoria Marinova: quello di un 20enne che poi è scappato in Germania a casa della madre a cui avrebbe confessato il crimine perpetrato sotto effetto di alcol e droga. 

Resta il fatto che la giornalista indagava su un giro di corruzione e fondi europei in Bulgaria ma secondo gli inquirenti il suo assassinio è sganciato da motivi professionali. Tutt'altra l'idea del giornalista d'inchiesta Dimitar Stoyanov della testata Bivol, a lavoro sulla stessa indagine e più volte minacciato. In un'intervista esclusiva al giornalista di euronews Robert Csakany ha definito l'assassinio di Marinova un "avvertimento". 

Dimitar Stoyanov: "Non è la prima minaccia, supponiamo che non sarà nemmeno l'ultima. Stiamo lavorando su molte aspetti relativi all'abuso dei fondi UE. Abbiamo lavorato su questo argomento per almeno 5 anni. Dopo il nostro precedente lavoro, i servizi speciali hanno iniziato a indagare sul Fondo statale agricolo, i direttori sono stati licenziati, questo non è il primo scandalo portato alla luce dalla nostra indagine. Non ci fermeremo e speriamo che anche i nostri colleghi di Ruse non si fermino".

Stoyanov ha detto di non poter credere a quello che dice la polizia bulgara.

"Credo che le autorità abbiano fatto tutto il possibile per screditarsi. Anche se questa persona è coinvolta, anche è colpevole del crimine, la polizia e il governo hanno fatto tutto il possibile per non essere credibili. Questa è una situazione in cui sono sotto un'enorme pressione e agiscono in modo caotico. Sia l'UE che gli Stati Uniti hanno dimostrato di non fidarsi delle indagini bulgare. Stanno disperatamente cercando un sospetto."

La Commissione europea ha esortato la Bulgaria a consegnare alla giustizia gli assassini della giornalista, e Sofia dovrà rendere conto all'ufficio europeo antifrode dell'OLAF.

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