Genova: "Autostrade sapeva e non ha chiuso il ponte"

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Di Stefania De Michele
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L'atto di accusa del docente del Politecnico di Milano, sentito dal pubblico ministero sul crollo del viadotto

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Sapevano e non hanno fatto niente. Erano a conoscenza dello stato di compromissione del ponte Morandi e, nonostante questo, il viadotto non è stato chiuso.

Il nuovo, duro atto di accusa nei confronti di Autostrade per l'Italia è di Carmelo Gentile, docente del Politecnico di Milano, sentito dal pubblico ministero Massimo Terrile come persona informata dei fatti. Il pm ha interrogato anche il ricercatore Antonello Ruccolo. I due docenti firmarono lo studio dell’ateneo milanese nel 2017, su commissione di Aspi.

Ma chi sapeva? Gentile non ha dubbi: Spea, la società del gruppo Atlantia che per Autostrade cura il servizio di sorveglianza e manutenzione delle infrastrutture, era informata.

La società aveva calcolato il livello di efficienza della struttura. Con il parametro, risultato dal test di controllo, il ponte doveva essere chiuso. Cosi non è stato e il viadotto è collassato il 14 agosto scorso. Una tragedia costata la vita a 43 persone.

Incidente probatorio al ponte Morandi

Nell'indagine del Politecnico, Gentile e Ruccolo avevano evidenziato, nella pila 9 del ponte, deformazioni degli stralli non conformi alle attese. I due tecnici avevano anche suggerito l'installazione di sensori, prima, durante e dopo i lavori per rinforzare le pile 9 e 10. Ma non chiesero - loro neppure - di chiudere il ponte Morandi.

"Quando Autostrade ci ha commissionato lo studio - ha detto Gentile al pm - si è guardata bene dal darci tutta la documentazione. L'avessimo avuta, sarebbe stato diverso. Avrei chiesto io stesso di chiudere il ponte".

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