Il sindaco di Londra chiede un nuovo referendum sulla Brexit

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Il sindaco di Londra Sadiq Khan chiede un secondo referendum sulla Brexit, sostenendo che i negoziati condotti dal governo May stanno portando a un vicolo cieco, danneggiando il Paese.

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Il sindaco di Londra Sadiq Khan chiede un secondo referendum sulla Brexit, sostenendo che i negoziati condotti dal governo May stanno portando a un vicolo cieco, danneggiando il Paese.

"Sfortunatamente - ha dichiarato - siamo in una posizione in cui il governo sta intraprendendo negoziati che ci porteranno verso due scenari: o un cattivo accordo, con la possibilità di lasciare l'Unione europea senza sapere quale sarà la nostra futura relazione con Bruxelles, o nessun accordo. Entrambe le opzioni porterebbero gravi danni a Londra e al Paese. Quindi ciò che dico per la prima volta al governo è: i cittadini dovrebbero avere l'ultima parola sugli effetti dei negoziati, inclusa la possibilità di rimanere in Europa".

Sei mesi per raggiungere l'intesa

La Gran Bretagna lascerà l'Unione europea il 29 marzo. Theresa May respinge l'ipotesi di un nuovo referendum, convinta che alla fine il parlamento approverà l'intesa alla quale sta lavorando il suo esecutivo, non senza frizioni interne. In disaccordo con la "linea morbida" tenuta da May, all'inizio dell'estate si erano dimessi il ministro per la Brexit David Davis e quello degli Esteri, Boris Johnson, accanito sostenitore del divorzio da Bruxelles.

Michael Gove, "così si rischia il caos"

Le dichiarazioni di Kahn sono state criticate dal Segretario di Stato all'Ambiente Michael Gove, intervistato da Andrew Marr Show sulla BBC: "Trovo interessante che Kahn voglia in sostanza ignorare il voto di due anni e mezzo fa - ha detto l'esponente dei Conservatori - 17 milioni e mezzo di persone si sono espresse a favore della Brexit e Sadiq dice 'fermiamoci, ritardiamo l'intero processo, gettiamo tutto nel caos'. Penso che sarebbe un grave errore".

L'idea di un nuovo referendum si fa largo tra le categorie degli imprenditori e dei sindacati e la pressione popolare potrebbe far cambiare idea anche al leader dei Labour, Jeremy Corbyn, finora contrario. Di sicuro la questione sarà al centro della conferenza annuale del partito, che inizierà a Londra tra una settimana.

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