Continuano le operazioni di soccorso e di ricerca di sopravvissuti tre giorni dopo il terremoto di magnitudo 7.0 che ha devastato l'isola di Lombok. Le vittime sono oltre 140, molte zone sono ancora senza aiuti, ma sale anche il numero dei salvataggi. Una moschea ha "salvato" molti dei suoi fedeli.
Piccoli grandi momenti di gioia
ISOLA DI LOMBOK (INDONESIA) - I soccorritori festeggiano il salvataggio di una giovane donna, dopo due giorni passati sotto le macerie del terremoto.
Siamo sull'isola di Lombok, in Indonesia. Continuano le operazioni di soccorso e ricerca sopravvissuti.
"Abbiamo provato ad aprire uno spazio tra le macerie, ma c'era un frigorifero che bloccava tutto", spiega un soccorritore. "Quando siamo riusciti ad aprire l'accesso, abbiamo sentito una voce e abbiamo salvato la donna".
Il "miracolo" della moschea
Un altro sopravvissuto è stato estratto dai resti della moschea Jabal Nur nel villaggio di Lading. Centoventi fedeli erano in preghiera dentro la moschea quando l'edificio è crollato loro addosso. Molti sono fuggiti. ma non tutti ce l'hanno fatta.
Le autorità indonesiane affermano che [**il bilancio del terremoto di domenica è di oltre 140**](<iframe width=) vittime, ma avvertono che il numero è destinato ad aumentare.
Interruzioni di corrente, strade bloccate e infrastrutture danneggiate rendono difficile raggiungere alcune aree, lasciando molti dei sopravvissuti in un disperato bisogno di cibo e acqua.
Rischio crisi umanitaria
Per coloro che sono sopravvissuti, si profila una crisi umanitaria. Decine di migliaia di persone sono rimasti senzatetto e hanno un disperato bisogno di acqua pulita, cibo, medicine e luoghi di riparo.
Il villaggio di Kanyangan nel nord di Lombok è vicino all'epicentro del terremoto. Secondo gli abitanti del villaggio circa 40 persone sono morte e pochi edifici sono rimasti in piedi.
Ruslan cerca disperatamente di ritrovare qualche oggetto a lui caro della sua casa completamente distrutta.
"Tutto è distrutto. Quello di cui abbiamo bisogno è ottenere assistenza. Per ora gli aiuti sono stati inviati solo nei villaggi più in basso, qui non è ancora arrivato niente, abbiamo perso tutto. Cosa mangiamo? Quello che troviamo".
Notti di paura
Nel campo di Tanjung, nel nord di Lombok, gli sfollati stanno passando le notti in tende di fortuna, nell'attesa infinita dell'arrivo di aiuti.
La maggiore necessità è l'acqua pulita, poiché le fonti sotterranee sono state bloccate dal terremoto e i negozi distrutti o abbandonati.
Gli sfollati dipendono completamente da amici e parenti, che, se possono, portano loro qualcosa dal centro di Lombok.
E mentre attendono gli aiuti, la notte porta con sè inquietudine e ancora paura.
"Sentiamo le scosse di assestamento, proprio come la notte scorsa", dice Nuri Hidayati, una delle sfollate. "Dobbiamo sempre stare all'erta".
E i turisti scappano...
Intanto, i turisti non vedono l'ora di fuggire da quello che pensavano che fosse un Paradiso e, invece, per colpa del terremoto, si è trasformato in un Inferno.