Sarost 5: l'Ue non fa chiarezza sulla vicenda, confusione su presenza Unhcr a bordo

Sarost 5: l'Ue non fa chiarezza sulla vicenda, confusione su presenza Unhcr a bordo
Di Giorgia Orlandi
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I 40 migranti a bordo della nave da due settimane aspettano di sapere che cosa ne sarà di loro. Sull'imbarcazione anche un minore. Dopo la notizia di un portavoce Ue che aveva parlato di autorizzazione allo sbarco mercoledì, oggi ancora nessun chiarimento dalla CE

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AGGIORNAMENTO

Le autorità tunisine hanno infine autorizzato l'attracco a Zarzis per motivi umanitari della nave commerciale Sarost 5, con a bordo 40 migranti, che da oltre due settimane attendeva l'ok allo sbarco dopo il rifiuto di Malta. Lo stesso premier tunisino Youssef Chahed lo ha detto al parlamento, riunito per votare la fiducia al nuovo ministro dell'Interno, precisando che "il primo intervento di salvataggio si è svolto in una zona di competenza delle autorità maltesi e c'è stata una controversia su quale Paese avrebbe dovuto accogliere i migranti".(ANSA)

LE INCONGRUENZE DELL'UE

Lo stallo della Sarost 5, l'imbarcazione che lavora per conto di Shell nel settore dell'estrazione del petrolio continuava da 15 giorni al largo della Tunisia a due miglia da Zarsis.

A bordo 40 rifugiati in tutto di cui due donne inicinte e stando a quanto riferito dal Capitano dell'imbarcazione anche un minore di 17 anni. Un susseguirsi di affermazioni e smentite ha iniziato a circolare intorno alla vicenda. Prima, due giorni fa un portavoce della Commssione Europea, sentito da Euronews aveva dichiarato nella giornata di mercoledì che era stata data l'autorizzazione allo sbarco (senza specificare chi l'avesse data).

Poche ore dopo la smentita dallo stesso secondo Capitano che ha spiegato come quel giorno fosse festa nazionale nel paese e che pertanto sarebbe stato difficile ricevere comunicazioni ufficiali dal governo tunisino in merito alla vicenda. Oggi nel corso del briefing quotidiano della CE, la corrispondente di Euronews da Bruxelles ha posto nuovamente la domanda, chiarendo che a bordo si trovano due donne incinte per le quali si potrebbe chiedere l'evacuazione d'urgenza se davvero la Tunisia venisse considerato dall'UE, POS ovvero (Place of Safety).

Il portavoce di turno ha risposto con la stessa frase: "seguiamo la questione con l'Oim, l'Unhcr e le autorità tunisine. Sappiamo che i migranti sono assistiti, speriamo in un esito positivo della vicenda, non sono un grado di confermare quanto mi sta dicendo".

LA VICENDA

La storia ha inizio quando il barcone sul quale viaggiavano i migranti partito dalla Libia è stato intercettato il 13 luglio, vicino alla piattaforma offshore Miskar. Questa ha dunque chiamato le autorità di Malta che hanno dirottato le persone recuperate in mare, verso la Caroline Tide III che dopo aver allertato gli MRCC di Italia e Malta e dopo il loro rifiuto di accogliere i migranti ha ricevuto l'ok dalle autorità tunisine per il passaggio alla Sarost 5.

Da 15 giorni i rifugiati sono bloccati a bordo della nave. Alcuni di loro nelle testimonianze raccolte dall'inviato di Radio Radicale Sergio Scandura e che abbiamo inserito nei nostri servizi precedenti, hanno raccontato di dormire per terra, mangiare poche volte al giorno, di non avere bagni a bordo.

Preoccupano soprattutto le condizioni mediche di due donne incinta. Nelle ultime ore l'Ong Forum tunisino per i diritti ecnomici e sociali (Ftdes) ha chiesto alle autorità del paese nordafricano di "rispondere alla richiesta di soccorso" di 40 migranti, di varie nazionalità".

In queste ore su twitter, il servizio Alarm Phone di Watch the Med, ha diffuso la risposta che Vincent Cochetel, dell'UNHCR avrebbe dato in un'email, confermando la presenza di personale dell'agenzia a bordo della Sarost 5. Notizia che è stata poi smentita da alcuni dei migranti che si trovano sulla nave con cui siamo in contatto e dal secondo Capitano stesso che ha parlato con Euronews.

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