Guardia Costiera libica a Euronews: "pochi mezzi ma abbiamo fiducia nelle promesse di Salvini"

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Di Giorgia Orlandi
Guardia Costiera libica a Euronews: "pochi mezzi ma abbiamo fiducia nelle promesse di Salvini"

Nelle stesse ore in cui ha preso forma il piano - Salvini nel corso della riunione della Commissione bilaterale italo-libica riunitasi a Tripoli ieri, ai microfoni di euronews il capitano della Guardia Costiera libica Abu Ajila Abdelbari parla della necessità di maggiori risorse in mare e si dice d'accordo con la linea del capo del Viminale.

**Che cosa si apsetta dall'Italia alla luce dei recenti accordi con l'Italia e della politica sull'immigrazione di Salvini?
"**Noi contiamo soltanto sulle 4 imbarcazioni che ci ha già dato l'Italia ma non sono abbastanza. Grazie a queste abbiamo comunque salvato molte vite. L'italia ci ha promesso altri mezzi. Nei prossimi giorni ci daranno navi da 27 metri. C'è una grande collaborazione con il governo italiano. Vogliamo evitare che si continui con il traffico di uomini.

Portare i migranti indietro serve a far passare un messaggio ovvero che attraversare il mare è una perdita di tempo e soldi. Non siamo contro l'immigrazione ma siamo a favore di un'immigrazione legale che eviti suicidi in mare a bordo di gommoni.

Vorremo che i porti italiani vengano chiusi e anche quelli europei. Le maggiori risorse e la chiusura dei porti porterà alla risoluzione del problema in due mesi".

**Molti dei migranti salvati di recente non vogliono essere riportati in Libia perchè non vogliono essere messi nei centri di detenzione ormai al collasso
**"Questi centri non sono hotel di lusso e possono contenere solo un certo numero di migranti. Ogni volta che ritornano i migranti il numero aumenta. Esistono degli accordi per fare in modo che i migranti all'interno dei centri vengano rinviati nelle loro abitazioni per fare spazio ai nuovi arrivati. Se acceleriamo questo processo ovvero di rinviare le persone a casa, possiamo riportare stabilità nella regione".

Abdelbari parla anche delle tensioni con le imbarcazioni delle Ong, come nel caso della Proactiva Open Arms che di recente ha attaccato la Guardia costiera libica per non riuscire a gestire i salvataggi in mare.

Che cosa risponde alle Ong che vi attaccano come nel caso dei 100 migranti morti in mare venerdì scorso?
"Non dobbiamo ascoltarli - dicono questo perché vogliono rimanere in mare. Hanno un'agenda da seguire e tutti lo sanno. Operano a 14 - 15 miglia dalla costa dove accadono i naufragi e la cosa è bizzarra. Stanno là per offrire il loro aiuto. Sono dei veri e propri cordoni umanitari gratuiti e facendo cosi incoraggiano i migranti ad attraversare il mare".