Giornata modiale del rifugiato: spazio ai sapori

Giornata modiale del rifugiato: spazio ai sapori
Diritti d'autore 
Di Elena Cavallone
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

A Bruxelles in e altre 14 città del mondo i ristoranti aprono le loro cucine a degli chef rifugiati per sensibilizzare l'opinione pubblica all'integrazione sociale

PUBBLICITÀ

Non c'è forse modo migliore per conoscere nuove culture e promuovere l'integrazione sociale che esplorare i sapori di altre terre. Con questo spirito alcuni ristoranti di Bruxelles aprono le loro cucine a dei cuochi speciali per celebrare la Giornata mondiale dei rifugiati, che ricorre mercoledì. Uno di loro è Abdelbasset Alheeshan, rifugiato siriano che vive in Belgio dal 2015.

"Ricordo sempre il vecchio detto: le persone sono nemiche dell'ignoto, e quindi credo che sia per questo che ci sono barriere e confini tra le persone- racconta-. L'industria alimentare, invece, riunisce le persone. Parliamo prima di tutto di cibo e poi di politica, quindi queste iniziative sono molto importanti per l'integrazione".

Altri ristoranti di 14 città del mondo, da New York a città del Capo, hanno scelto di aderire a questa iniziativa che mira a sensibilizzare l'opinione pubblica.

"Siamo sempre un po' distanti da questo problema - ammette una ragazza mentre intinge del pane nell'humus di ceci-. Lo vediamo solo in TV mentre in questo modo è facile più facile contribuire ed essere più coinvolti".

Per gli chef rifugiati è un'opportunità per avviare una carriera professionale. Come per Abdelbasset, che in Siria ha studiato gestione aziendale e risorse umane.

"Molti rifugiati - iraniani, afghani, siriani - vogliono tutti fare qualcosa per se stessi all'inizio e poi per la società che li accetta. Io non trascorrerò tutta la mia vita seduto a casa a prendere soldi dal governo".

Proprio in questa ricorrenza l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha pubblicato un rapporto che fotografa gli sfollamenti forzati nel mondo.

I dati mostrano che ci sono 68,5 milioni di sfollati. Il 37 per cento di questi si sono rifugiati in altri paesi. Il 53% sono minori tra cui molti non accompagnati o separati dalle loro famiglie.

Sophie Magennis, della Rappresentanza regionale dell'UNHCR per gli affari europei ritiene che: "In alcuni paesi non disponiamo di meccanismi di tutela adeguati, pertanto continuano ad esserci minori non accompagnati ospitati in strutture non adatte. Facciamo appello a tutti i paesi affinché i minori non accompagnati che cercano asilo ricevano un tutore che possa aiutare i paesi a gestire il fenomeno e trovare la soluzione migliore per loro".

Contrariamente a quanto si pensa, inoltre, la maggior parte dei rifugiati si trova in paesi in via di sviluppo. Gli sfollati spesso infatti non hanno i mezzi finanziari per venire in Europa.

"Quello che è accaduto con la nave Aquarius indica che c'è bisogno di un sistema adeguato in Europa- continua Sophie Magennis-: è necessario un meccanismo di solidarietà che possa aiutare tutti gli stati membri a collaborare per fornire protezione a chi ne ha bisogno e per gestire adeguatamente le questioni relative all'asilo e ai rifugiati in Europa".

Di immigrazione parleranno i leader europei la prossima settimana durante un consiglio europeo. Secondo molti analisti sarà difficile trovare un accordo, viste le divisioni tra paesi del Sud Europa - maggiormente penalizzati dalle attuali norme europee sull'asilo- e quelli dell'Est che invece si rifiutano di accettare la loro quota di rifugiati.

Interviste e riprese di Isabel Marques da Silva

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

La Francia apre all'Aquarius

Rifugiati: integrarsi a Utrecht o altrove

La Germania accoglierà 10mila rifugiati da Medio Oriente e nord Africa