Robert e Adrian plaudono alla sentenza della Corte europea che potrebbe aprire le porte a un cambiamento della legge sulle coppie gay anche in Romania
Quasi convergenze parallele. Se non fosse che neppure di convergenze si può parlare, ma di semplici aspetti paralleli e il primo non incide sul secondo.
Per cui gli Stati che non prevedono nel proprio ordinamento il matrimonio omosessuale, non possono però ostacolare la libertà di circolazione e soggiorno di un cittadino dell'Unione europea.
Anche se questo è un coniuge dello stesso sesso.
È questo il senso della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione, secondo cui non possono essere posti limiti alla libertà di movimento così come sancita dalle leggi comunitarie.
Il ricorso è stato fatto da Claibourn Robert Hamilton, americano, e il marito, cittadino rumeno, Adrian Coman; la Romania non riconosce le coppie omosessuali; Robert da New York palude alla sentenza:
"Sono così contento , è un passo avanti per essere riconosciuti come famiglia, voglio ringraziarvi, ringraziare i rumeni e tutti coloro che ci hanno riservato solidarietà nella nostra battaglia".
Il marito Adrian è felicissimo:
"Siamo sposati e non potrebbe essere diversamente, è solo questione di tempo, un giorno la Romania ci riconoscerà".
La decisione della Corte di Lussemburgo rappresenta una pietra miliare nel percorso delle coppie gay in alcune parti d'Europa:
"La decisione è particolarmente importante per sei Stati membri che non hanno ancora una legge sulle coppie gay;dove se vuoi attraversare il confine e sei legalmente sposato in altri stati membri, smetti di essere sposato e sei trattato come un cittadino europeo di second'ordine".